Affinità e divergenze tra i compagni dell’ANPI e noi
“Non sono razzista, ma…”, “Non sono novax, ma…”, “Non sono putiniano, ma…”.
In questi ultimi anni spesso abbiamo sentito ripetere queste frasi come un mantra.
Frasi che, dietro un’apparente ragionevolezza e buonsenso, spesso, dopo quel MA, supportavano posizioni politicamente (ma anche umanamente) spesso terrificanti.
Ecco, oggi vogliamo fare un esercizio simile.
Ci è capitato spesso, negli ultimi anni di non essere teneri con l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.
Non lo siamo stati sulla questione NoTav, non lo siamo stati su numerosi episodi di antifascismo di strada nei quali l’ANPI, invece che solidarizzare, prendeva le distanze, non lo siamo stati su alcune posizioni inspiegabili a proposito dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi (per la serie: “Popoli oppressi che si ribellano dimenticati dall’Occidente ipocrita”), ma…
…ma sarà che le fucilazioni non ci piacciono.
Così come non ci piacciono i processi a mezzo stampa…
Ecco. Di fronte al bombardamento a tappeto contro l’ANPI messo in atto da parte di alcune “grandi firme” e giornali mainstream nelle ultime ore ci viene da dire: “Non siamo dell’ANPI, ma…” e non possiamo che provare grande simpatia e solidarietà nei confronti dell’Associazione e schierarci dalla sua parte.
Di fronte a un attacco a reti unificate che neanche i bombardamenti americani sul Vietnam del Nord non si può che schierarsi con gli aggrediti: ovvero l’ANPI.
A parte le polemiche idiote sul manifesto del 25 Aprile 2022 che, come da tradizione italica, si focalizzano sulle virgole e tralasciano le cose importanti con il vero e proprio linciaggio verso la povera disegnatrice Alice Milani (che reagisce in modo autoironico e signorile sul suo profilo IG) che avrebbe, non si sa se di proposito o per errore, disegnato le bandiere italiane al contrario facendole sembrare bandiere ungheresi…ed essendo, per sillogismo aristotelico accusata di propaganda filo-Orban (sic) quando chiunque abbia maneggiato in vita sua una bandiera per appenderla sa che la si può appendere orizzontalmente o verticalmente. A parte questo dicevamo che mai a nostra memoria si era visto una tale geometrica potenza di fuoco contro l’ANPI e il 25 Aprile.
Si va dal “solito” Gramellini che accusa l’ANPI di essere l’Associazione Nazionale Putiniani d’Italia incassando però un bel po’ di sonore pernacchie sui social e una minaccia di querela agli articoli del Corriere coi soliti titoli allusivi del tipo: “Anpi, il «compagno» Pagliarulo e la bufera sul 25 Aprile (tra Bucha e il tricolore sbagliato)” dove si accusa il presidente dell’associazione di esser stato nientemeno che politicamente vicino ad Armando Cossutta, uno che, al di là delle sue posizioni politiche, i nazisti li ha conosciuti e combattuti da vicino a Stefano Boeri che su “la Repubblica” che in quanto a smania guerriera è più oltranzista di “Stars and stripes” il celebre giornale militare americano vicino al Pentagono, dice di vergognarsi per le posizione dell’ANPI sul massacro di Bucha.
E potremmo andare avanti per delle ore.
C’è la guerra sul campo e c’è la guerra nella mente delle persone. L’Italia non è in guerra, ma è come se lo fosse. Il discorso pubblico dominante non tollera disertori e nemmeno dissenso anche se i sondaggi dimostrano come una maggioranza di italiani ancora non si sia fatta arruolare dai tamburi di guerra. O stai con noi o stai con il nemico, o stai per l’invio delle armi e il riarmo o sei servo di Putin.
Particolarmente accanita è l’area “progressista” dei media, che da sempre hanno l’interesse a tagliare le “ali estreme”, in particolar modo quella di sinistra (dall’altra parte c’è molta più tolleranza, se non mettono in discussione gli interessi che contano). Politicamente più accaniti sono il PD e dintorni. Sparare sull’ANPI significa sparare su un ex “mostro sacro” dell’area centrosinistra e sinistra e significa tentare di delegittimare qualsiasi posizione non allineata a sinistra. E poi è comodo, perché così si spara su qualcuno che solo marginalmente ospita simpatie putiniane, mentre i pasdaran anti-russi di oggi, sono quelli che fino a ieri hanno fatto affari con Putin e gli oligarchi. In realtà, dovrebbero sparare anche sul Papa, che parla di potenze, di “imperialismi” (plurale) e che è contro il riarmo. Ma non hanno il coraggio. Alla destra ovviamente non sembra vero poter partecipare oggi al tiro al segno contro l’ANPI. Così non si parla nemmeno di loro, i veri amici di Putin fino a 5 minuti fa (Lega, Le Pen, fascistume europeo vario, Trump ecc.), sia per convenienza, che per affinità (sovranismo/nazionalismo, omofobia, fascino dell’uomo forte ecc.).
Noi, che come dicevamo all’inizio, non siamo mai stati teneri con l’ANPI, a pochi giorni da un 25 Aprile caratterizzato da un clima pesantemente militarista e guerriero col sangue degli altri (il celebre “Armiamoci e partite”) caratterizzato dai sermoni televisivi e cartacei dei vari boomer de noantri, dove qualcuno annuncia addirittura che verrà in piazza con la bandiera della NATO, non abbiamo problemi a solidarizzare con chi, diverso da noi, è sotto attacco.
P.S. Al fianco, noi sì, degli ucraini martoriati dalla guerra, come ha dimostrato una recente carovana umanitaria entrata nel paese. E di tanti altri popoli che resistono usati e buttati via dall’Occidente marcio e ipocrita come i curdi massacrati da quel noto alfiere dei valori occidentali di Erdogan o non meritevoli di solidarietà perché scuri di pelle e islamici come i palestinesi. Sì sa che a passare da partigiani a terroristi è un attimo!
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