Climate Strike, una mattinata col botto
10.000 giovani e giovanissimi in piazza a Milano.
Una cosa è certa, dopo questa mattinata che ha visto la piazza della nostra metropoli riempirsi per la mobilitazione lanciata da Fridays For Future: né la pandemia né la guerra sono riuscite a uccidere il movimento per la giustizia climatica che dimostra una resistenza e una coscienza diffusa non comuni.
Per chi bazzica i social si era capito già negli ultimi giorni che il clima era positivo. Su Instagram tutti i collettivi rinati col movimento di inizio anno davano appuntamento per questa mattina davanti alle scuole per andare insieme in corteo. Questa mattina, in due momenti successivi, si aveva un’ulteriore conferma del clima effervescente: quando hanno iniziato ad apparire decine di stories che documentavano gruppi di studentesse e studenti che, con i loro striscioni, si muovevano insieme verso la manifestazione e quando, in Porta Venezia, migliaia di persone si sono radunate alle 9 a quello che era un semplice preconcentramento. In Cairoli si è avuta infine la conferma delle sensazioni della vigilia quando un lungo serpentone ha iniziato a dirigersi verso Cordusio e Duomo.
Momento significativo ed emozionante durante il passaggio a pochi metri dall’Assolombarda, già sanzionata pochi giorni fa, dove il corteo si è fermato facendo un minuto di silenzio in memoria di Giuliano, il terzo ragazzo dopo Lorenzo e Giuseppe morto in meno di un anno durante l’Alternanza Scuola-Lavoro. Sotto la sede degli industriali lombardi gli interventi al microfono sono stati molto duri. Mentre migliaia di manifestanti si fermavano sedendosi al suolo in silenzio veniva esposto uno striscione eloquente: “Per ogni vittima. Contro un sistema colpevole”.
Si è poi proseguiti per la circonvallazione interna superando piazza Cavour e raggiungendo la sede dell’Agenzia delle Entrate di Milano.
Qui, sull’asfalto, è stata tracciato un’enorme scritta con un concetto molto semplice: “Tax the rich” ovvero “Tassare i ricchi” perché in una vergognosa campagna elettorale caratterizzata dall’attacco ai poveri ci si è ovviamente dimenticati che in questo paese ci sono immense ricchezze e che il Governo Draghi è stato (volutamente?) incapace di riscuotere gli extraprofitti (si parla di miliardi di euro) incamerati dalle multinazionali del fossile, prima tra tutti ENI.
La manifestazione, passando per Porta Nuova si è poi conclusa davanti alla Regione Lombardia dove si sono succeduti diversi interventi.
Se si può affermare che la coscienza ambientale è ormai largamente diffusa tra i più giovani emerge anche con una certa evidenza la distanza siderale tra coloro che hanno animato la piazza di questa mattina e gran parte della politica istituzionale. Qualcuno sarà capace di ascoltare il grido di rabbia di questa generazione? Lecito dubitarne. In attesa di risposte l’appuntamento è sempre in Largo Cairoli alle 18 per il corteo di questa sera.
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