Sciopero Globale Transfemminista – La piazza che ci voleva
Iniziava l’anno scorso il lockdown.
Successe tutto freneticamente e se ci guardiamo indietro la frenesia dell’attimo si trasforma in slow motion.
Il corteo annullato, la difficile comunicazione e poi la reazione pronta, energica, le difficoltà trasformate in forza, nacque la radio e si caratterizzò lo spazio urbano con azioni diffuse…
Ora, ad un anno dall’inizio della pandemia, In uno degli anni più bui nella storia dell’agibilità di piazza, Non una di Meno solca il terreno e lascia un’impronta difficile da rimuovere.
Chi lotta da una vita non si perde d’animo: nella tragicità della situazione, il movimento transfemminista ha trovato nuove forme di espressione e di lotta, ha marcato le piazze e lo ha fatto con tutte le attenzioni e la cura del caso.
A Milano (e in tutte le città), le compagne sono stat_ al posto giusto al momento giusto, come ha sottolineato anche questa redazione: sotto Confindustria, responsabile dei licenziamenti, della precarietà, dell’innalzamento della soglia di povertà, dello sfruttamento dei lavori di riproduzione sociale, delle politiche che portano a un imbarazzante percentuale di gender gap…; in piazza Duomo durante la fashion week, un evento che il buongusto, se ce ne fosse stato, avrebbe fatto annullare, dato l’elevato numero di morti in una Regione dove la sanità pubblica è stata smontata pezzo per pezzo. Mentre il lusso ha sfoggiato la sua finzione schiaffeggiando letteralmente la povertà, Nudm ha messo in campo la sfilata delle rivendicazioni…casa, cultura del consenso, scuola in presenza ma sicura, ambiente, salute, reddito di autodeterminazione.
La marea femminista ha inondato le vie della città meneghina mettendo in luce quanto ancora la toponomastica di questo paese renda celebri colonialisti, stupratori, sfoggio di una società che ancora viene pensata in nome della bianchezza, della mascolinità tossica, del colonialismo.
È un’onda inarrestabile che è arrivata anche tra i banchi di scuola ed ha lambito lidi mai toccati dalla didattica: rispetto tra i generi, pluralità, tutela alla salute intesa non solo intesa come assenza di malattia, educazione sessuale tra gli argomenti affrontati con nuovi modi di ripensare l’educazione civica e il materiale formativo: kit per sensibilizzare sull’IVG, opuscoli per la fuoriuscita dalla violenza; il piano di 8 punti sono alcuni esempi.
Nudm ha un piano, e avere un piano e una prospettiva a lungo termine fa la differenza.
Ieri c’è stata per la prima volta da un anno a questa parte una piazza partecipata.
7.000 persone per 4 ore in presidio hanno ascoltato con attenzione i moltissimi interventi che si sono susseguiti.
Dove sta la novità?
La novità sta nella capacità di accogliere le condivisioni di gruppi diversi, la novità sta nel vedere la differenza come arricchimento.
Collettivi Transfemministi, antispecisti, associazioni create da gruppi provenienti da tutto il mondo, sindacati di base, student_, brigate di mutuo soccorso, ambulatori autogestiti, centri antiviolenza, lavorator_ dello spettacolo, sportelli d’ascolto; popoli in lotta come la comunità curda di Milano, le donne egiziane, persone queer dal Medio Oriente, le donne del Tigray si sono date la parola nella consapevolezza che la propria lotta e la lotta di tutte e va nella direzione di sovvertire lo status quo, il patriarcato.
La piazza di oggi è stata un vivido esempio dell’espressione della pluralità di genere, di classe, di origine…una piazza intersezionale.
Una piazza dove la musica non è stata espressione di gioia, ma di rabbia trasformata in scintille, segni di un fuoco che non si spegne.
Nudm ha dimostrato che un modo per riappropriarsi delle strade e delle piazze si trova anche curando la sicurezza e la tutela alla salute: il distanziamento è stato il leit motiv ricordato persino nei momenti più caldi, gel disinfettante e mascherine a disposizione, severità nel chiedere di indossare sempre la mascherina.
Questo perché la cura di sé è cura per le altre persone, e viceversa.
Con 312mila donne che hanno perso il lavoro su 444mila persone; con il 75℅ del lavoro di cura a carico delle donne; con una donna su tre che nella sua vita ha subito violenza; con un femminicidio ogni tre giorni, con lo sfruttamento e la schiavizzazione
delle donne migranti; con questo elenco è infinito…
Un modo incisivo per esprimere dissenso rivivere le piazze in sicurezza e allo stesso tempo diffondere il messaggio della lotta come anima dell’8 marzo andava trovato…e Nudm ha fatto decisamente “strike”.
Prospettive future?
La coscienza che per cambiare bisogna mettersi è mettere in discussione, che dopo la decostruzione la costruzione è un processo complesso se deve partire dalla base, che l’egemonia è tale solo se ad esprimerla sono diverse istanze e rivendicazioni il cui corpo altro non può essere se non quello de_ subaltern_ e non l’espressione di un singolo gruppo che diventa preponderante, che la strada è lunga ma è fatta di tante tappe che sono nel qui ed ora, che chi ha cuore il cambiamento dovrebbe guardare alla capacità di un movimento eterogeneo al suo interno di muoversi insieme.
* foto di Nicolas Seegatz
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