TAZ in Santa Croce: provocazioni e code di paglia

10940550_339858372888119_6899489943550736967_n“Va ricordato che la ex scuola di via Santa Croce è occupata dal centro sociale Zam, che non solo è ovviamente abusivo, ma occupa anche uno spazio pericolante con grave pericolo di crollo”.
Riccardo “Lo sceriffo” De Corato, 3 Luglio 2014

Da venerdì 23 a domenica 25 Gennaio i nostri giovani compagni della Rete Studenti Milano hanno festeggiato il loro 5° compleanno con un’occupazione temporanea. Con nostra grande sorpresa e gioia hanno deciso di occupare uno stabile a noi conosciuto, in Via Santa Croce 19.
Zam ha avuto casa nella ex scuola “Giulio Cesare” per un anno, dal Maggio 2013 fino al Luglio 2014. Lo sgombero è avvenuto a causa di una disposizione della magistratura, in seguito alla valutazione dei tecnici del Comune di un imminente pericolo di crollo dello stabile. Una perizia condotta senza fare alcun rilievo tecnico, ma che in tempi record arriva sul tavolo della magistratura, spezzando all’improvviso il silenzio della giunta Pisapia, che fino ad allora non si è certo preoccupata di esprimersi né a favore né contro lo sgombero. Così, carte alla mano, ecco pronta la scusa perfetta per il Comune: “non possiamo farci nulla, siamo obbligati a sgomberare”. Il motivo: la sicurezza pubblica.

Il centro destra ovviamente nel frattempo gongolava: finalmente un altro spazio dedito allo spaccio, alle truffe e ai giochi sadomaso (!!!) sgomberato e sottratto all’illegalità, come esempio di tutela dei valori degli onesti cittadini.

Sette mesi dopo, la Rete Studenti Milano non ha fatto altro che denunciare lo stato di abbandono dello stabile, pericolante almeno tanto quanto lo era al momento dello sgombero, se non di più data l’urgenza di metterlo in sicurezza. Eppure, entrando in via Santa Croce 19 non abbiamo notato nessun intervento di puntellamento, nessun sigillo di sequestro dell’area, nessun provvedimento atto a prevenire l’incombente ed inevitabile crollo. Abbiamo trovato invece quegli stessi inquilini dediti allo spaccio e al consumo di eroina che occupavano lo stabile già prima che iniziassimo a prenderci cura di quel posto per restituirlo alla cittadinanza con iniziative sociali e culturali.

All’epoca dello sgombero però, il Comune non perse tempo e mentre le ragazze e i ragazzi di ZAM venivano manganellati, colpevoli di difendere coi propri corpi l’entrata dello stabile, l’Amministrazione già annunciava un bando, vantandosi della propria “strategia di recupero e restituzione alla città di immobili e spazi inagibili e non utilizzabili“ (“Comune di Milano: prima sgombero e poi… poi metto a bando!”, Agosto 2014). Peccato che fino al giorno prima ZAM fosse tutt’altro che inutilizzato, ma di tutte le attività e gli eventi che animavano lo spazio ne abbiamo già data ampia documentazione e sicuramente non servono promemoria per chi quel luogo lo frequentava ed apprezzava davvero.

“La rioccupazione dell’ex scuola di via Santa Croce manifesta un chiaro intento provocatorio nei confronti dell’Amministrazione comunale che ha la ferma intenzione di continuare nella via della legalità per l’assegnazione degli spazi. (…) Questa ennesima irruzione, gratuita e totalmente priva di giustificazione, non rimarrà senza conseguenze. Il Comune non tollererà che con atti di violenza e intimidazione venga ostacolata la rigenerazione degli spazi pubblici.”

(Comunicato Comune di Milano, 23 Gennaio 2015)

“Chi occupa gli spazi vuole distruggere questo lavoro, chi occupa non ha rispetto di chi ha lavorato per la propria proposta, chi occupa è prepotente e violento…!”
(Lucia De Cesaris, 23 Gennaio 2015)

A seguito delle dichiarazioni dell’Amministrazione ci chiediamo quale sarebbe l’intento provocatorio e di quali gravissimi atti di intimidazione e violenza si sarebbero macchiati i ragazzi della Rete Studenti con un’occupazione temporanea per denunciare lo stato di abbandono di uno stabile che veniva definito talmente pericolante da giustificare uno sgombero immediato, per poterlo mettere in sicurezza. Uno sgombero che a nostro avviso aveva molto poco di “tecnico” (e ne è la prova la mancanza – verificata da noi in questi giorni – di sigilli e provvedimenti di messa in sicurezza, che allora parevano urgentissimi) e molto invece di “politico”. Forse non era evitare il crollo l’urgenza maggiore, ma liberarsi in fretta di un centro sociale troppo vicino alla Darsena, alle Colonne di San Lorenzo, al centro della città vetrina di Expo e soprattutto di una collettività troppo dedita a “provocare”, o come crediamo sia più onesto e corretto dire, ad esprimere in forma critica il dissenso per certe politiche di governo della nostra città.

Effettivamente ci rendiamo conto di quanto sia molto comodo sgomberare chi solleva i problemi sottolineando le mancanze dell’amministrazione: se c’è un problema, basta rimuoverlo, sperando che sparisca per sempre portandosi dietro le fastidiose contestazioni, alla faccia della libertà di espressione.

Veniamo accusati di voler distruggere il lavoro di rigenerazione degli spazi messo in campo dal Comune, quando invece nelle nostre critiche ai bandi risiede il desiderio di poter disporre di meccanismi più inclusivi ed accessibili per valorizzare gli spazi e le collettività che li animano, sfidando i criteri esclusivi e troppo selettivi di assegnazione che aprono la strada ai grandi soggetti commerciali e no profit, strozzando le piccole realtà che decidono di partecipare con affitti da capogiro e obblighi di ogni tipo, tenendo fuori i singoli cittadini e i gruppi informali nonostante da anni si spendano senza sostegno alcuno per rimettere gli spazi abbandonati al servizio della città.

Del resto, questa logica contrappositiva tra buoni e cattivi, legalitari e delinquenti, interlocutori e provocatori sappiamo bene a cosa serve e nell’interesse di chi viene continuamente riproposta: se si accettano passivamente le condizioni imposte dal potere non c’è nulla da ridire, se si fa altrimenti invece è guerra… e pare che a dichiararla questa volta non siamo noi i primi.

Tra l’altro, tornando in tema di agibilità e sicurezza degli spazi pubblici, ricordiamo che l’ex scuola di via Santa Croce confina con il civico 21 della stessa via, dove si trovano alcune abitazioni private. A dividere le proprietà rimane ancora identico a prima un muro storto, eroso, marcio che da più di vent’anni crea problemi alle nostre ormai ex vicine di casa, causando loro infiltrazioni, danni e non poche preoccupazioni. Le vicine hanno cercato di trovare una soluzione con le amministrazioni che si sono susseguite negli anni (per la precisione 16 anni di giunta di destra, quando il vicesindaco era proprio il Signor De Corato, e 4 anni della nuova giunta arancione), chiedendo semplicemente di poter procedere coi lavori di ristrutturazione. “Rimbalzate” da un ufficio all’altro, a singhiozzo rincuorate da vaghe promesse di soluzione che finivano però puntualmente disattese perdendosi nella macchina burocratica comunale, le vicine quando abbiamo occupato lo stabile si sono rivolte all’assemblea dello spazio trovando non solo disponibilità all’ascolto ma anche un aiuto concreto per avviare lavori di manutenzione e messa in sicurezza del muro. È stato probabilmente durante un sopralluogo con gli ingegneri delle due parti, Comune e vicine, che i tecnici hanno colto l’occasione per inventarsi una perizia sull’intero stabile, nonostante la zona inagibile fosse chiusa e resa inaccessibile a chiunque. Evidentemente mentre noi ci preoccupavamo del quartiere, qualcun altro si preoccupava di trovare una scusa per lo sgombero.

Nell’attesa di conoscere l’esito del bando che da mesi interessa lo stabile di Santa Croce 19 e di cui certo non ci eravamo scordati, siamo sicuri che immediatamente saranno presi tutti i provvedimenti necessari per la messa in sicurezza dell’edificio, siamo sicuri che quanto prima un altro giudice, altrettanto solerte del primo, disporrà l’obbligo per il Comune di occuparsi della pericolosità di una delle sue proprietà, che rischia di cadere in testa a delle oneste cittadine.

O forse possiamo solo constatare la dura realtà: non si farà nulla, se non condannare l’iniziativa della Rete Studenti lasciando che la destra sia libera di recapitare al Sindaco i propri rimproveri per la mano troppo morbida che tratta con i giovani dei centri sociali, nonostante la già collezionata trafila di ben 24 sgomberi effettuati negli ultimi 4 anni di giunta Pisapia.

Alla faccia della famosa “Milano come Berlino”.

Collettivo ZAM

Leggi anche il comunicato della Rete Studenti Milano!

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  1. […] occupazione è stata solo l’inizio. Rete Studenti Milano, abbiamo iniziato per non fermarci. Leggi anche il comunicato di Zam! Di Franz_MiM, Pubblicato il 28 gennaio 2015 alle 17:20 Filed Under: News Stream Tagged With: la […]

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