Primo Maggio NoExpo – Depositate le motivazioni della sentenza di primo grado

liberi-tuttiIl 14 Giungo 2016 il gup Roberta Nunnari aveva emesso la sentenza di primo grado con rito abbreviato verso 4 imputati per i fatti del Primo Maggio NoExpo 2015.

Quel giorno un imputato era stato assolto, due erano stati stati condannati a 1 anno e 8 mesi e 2 anni e 2 mesi per i reati specifici di resistenza mentre un quarto imputato era stato invece condannato a 3 anni e 8 mesi per il reato di devastazione e saccheggio.
L’accusa per l’ormai famigerato articolo 419 del Codice Penale (devastazione e saccheggio appunto) aveva dunque retto solo per uno dei quattro imputati.
Le condanne erano state tutte inferiori a quelle richieste dall’accusa rappresentata dal pubblico ministero Basilone.

Di pochi giorni fa il deposito delle motivazioni della sentenza.

L’elemento fondamentale che sembra emergere dalle carte è quello che partecipare a un corteo dove avvengono atti di violenza non è di per se un reato, anche se ci si trova nei “punti caldi” della manifestazione.

Nella sentenza si legge che: “…la mera adesione al corteo e la prosecuzione alla sua partecipazione, anche dopo il verificarsi di eventi riconducibili ai fatti accertati, non può di per sé assumere valenza illecita”.

La sentenza pare anche mettere pesantemente in dubbio la fattispecie del “concorso” che è stata l’architrave sulla quale si sono retti quasi tutti i processi per devastazione e saccheggio degli ultimi 15 anni in Italia.

La sentenza di Milano sembra inserirsi (ma forse è ancora troppo presto per dirlo) nel solco di una nuova interpretazione più “garantista” dell’articolo 419 del Codice Penale. La strada a questa nuova interpretazione è stata aperta da una sentenza della Cassazione del 2014 relativa ai fatti del 15 Ottobre 2011 a Roma.

C’è da ricordare che recentemente anche il Tribunale di Cremona ha ridimensionato le accuse contro 3 imputati per il corteo antifascista del 24 Gennaio 2015 anch’essi accusati di devastazione e saccheggio.

Sembra quindi aprirsi un varco nella battaglia contro questo articolo del Codice Penale triste eredità del periodo fascista.

Continueremo a tenere sotto osservazione la vicenda.

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