La Polizia greca attacca migliaia di profughi sul confine turco
Dopo il bombardamento ad Idlib ad opera dell’esercito di Assad che ha portato all’uccisione di 33 soldati turchi (la più alta cifra in un attacco da dieci anni) Erdogan ha aperto la rotta verso l’Europa a migliaia di migranti in fuga dalla Siria, così da fare pressione ai governi europei rispetto all’escalation di tensione tra Russia-Assad e Turchia-Nato nella zona.
Così facendo ha infatti rotto momentaneamente un patto che garantiva dal 2016 all’Europa di frenare l’arrivo dei profughi in cambio di tre tranche da 3 miliardi di euro. La Polizia greca ha respinto la massa di profughi con gas lacrimogeni e granate stordenti. Tra loro presenti anche molte famiglie con bambini, ma diversi giovani hanno risposto all’attacco con le pietre a loro disposizione. Anche nel campo profughi sull’isola di Lesbos e Chio si sono verificati scontri tra profughi e Polizia antisommossa che ha provocato decine di feriti.
Il Ministro della Difesa greco Nikos Panagiotopoulos ha dichiarato di aver chiuso per difesa quelli che sono i confini di tutta Europa e aver respinto 4.000 persone. Sono stimate in 18.000 i nuovi profughi in arrivo dal confine turco.
Mentre Assad cerca di spegnere gli ultimi focolai ribelli in Siria la tragedia umanitaria si aggrava e la disperazione continua a protendere le sue braccia nella speranza di luoghi più sicuri.
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