Palestina deve far rima con giustizia

Oltre 152 persone sono state ferite durante il violento raid israeliano alle moschee di Al Aqsa e Al Qibli, a Gerusalemme, e centinaia di palestinesi sono stati arrestati mentre si trovavano proprio all’interno del luogo di culto in previsione della preghiera del secondo venerdì di Ramadan.

I soldati israeliani hanno sparato granate sonore e proiettili di gomma direttamente contro i fedeli al suo interno, attaccando di fatto delle persone rinchiuse in quattro mura senza vie di fuga. Diversi cecchini israeliani erano già posizionati sulla moschea di Al Qibli questa notte, anticipando l’arrivo dei fedeli musulmani per la preghiera del venerdì.

Ancora una volta il mese di Ramadan in Palestina diventa un momento di altissima tensione a Gerusalemme, ma anche a Jenin, Al Khalil, Ramallah…
La moschea di Al Aqsa non è un luogo accessibile a tutti a causa della continua espropriazione di territori vissuti da palestinesi, ma è molto frequentata nel periodo di digiuno dei fedeli musulmani, che si ritrovano nelle stanze per pregare e sostenersi. Lo scopo degli assalti sionisti alla moschea – e molto spesso anche da parte di coloni israeliani – è di svuotarla di palestinesi. Così come a Sheikh Jarrah, a pochi passi dalla moschea dove si sono svolti gli attacchi di questa mattina, anche un luogo di culto diventa terreno di contesa e violenza. Cosi come accadde anche l’anno scorso, a maggio, quando le tensioni alla porta di Damasco e a Sheikh Jarrah sfociarono in bombardamenti sulla Striscia di Gaza. Non c’è pezzo della Palestina che riesca a vivere in pace per colpa dell’apartheid sionista.

La Mezzaluna Rossa palestinese ha affermato di aver evacuato oggi 152 palestinesi feriti negli ospedali vicini; molti di loro, tra cui un ragazzo di 13 anni, hanno ferite alla parte superiore del corpo come braccia, petto e testa. Quaranta di loro sono feriti in maniera molto grave, e tra di loro c’è una giovane giornalista, Nesreen Salem.
Ma d’altronde che cosa sarebbe potuto succedere se non questo quando un esercito armato attacca dei civili che non hanno addosso neanche le scarpe proprio perché si trovavano nel luogo che ha subito l’attacco solo per pregare?

Negli ultimi due giorni l’esercito israeliano ha ucciso 5 palestinesi che avevano un’età compresa tra i 30 e i 14 anni.

Quando Enrico Letta dichiara che il PD sarà sempre dalla parte dei popoli oppressi, si appropria di un qualcosa che non gli appartiene sotto nessun, NESSUN punto di vista.

Il PD, e la politica europea, non è nemmeno dalla parte dei popoli che governa prendendo scelte scellerate sulla loro pelle, come aumentare le spese militari per adeguarsi agli standard NATO, come sottrarre fondi alla ricerca, alla scuola, al lavoro e anche all’informazione, privatizzando tutto per mantenerci in una condizione di dipendenza nella vita e nella conoscenza del mondo che viviamo.
In un momento di tensioni mondiali in cui i media italiani (e non solo) hanno deciso di adeguarsi agli standard europei della propaganda bellica, non è una sorpresa vedere come anche questo attacco indiscriminato alla popolazione civile palestinese non spicchi nei fatti di politica internazionale, ma rimane semmai un momento per riconfermare la serietà, la potenza e la forza di Israele.

Quando chiediamo il disarmo di tutti i governi non lo chiediamo solo per coloro che anche in questo momento stanno perdendo la vita in Ucraina a causa dell’invasione russa, ma lo chiediamo anche per i curdi che ogni giorno perdono la vita a causa del regime di Erdogan, lo chiediamo anche per i popoli del Sudamerica, per i palestinesi che subiscono la violenza dell’apartheid sionista.

La retorica utilizzata dai politici italiani, e a ruota dai nostri media, ci vuole imporre all’interno di un dualismo che non prevede diverse argomentazioni: o sei con la NATO o sei filo-Putin.

Lo stesso accade in Palestina come in altri territori, dove pare sia difficile elaborare un ragionamento che non giustifichi sempre la Knesset israeliana e che non criminalizzi la persona palestinese che viene giustiziata in pubblica piazza, che viene cacciata dalla propria casa o città, che viene uccisa dai bombardamenti dell’aviazione israeliana.
Gli attacchi ai cittadini palestinesi non finiranno oggi e non finiranno mai finché non verrà riconosciuto il fatto che Israele è uno stato di apartheid che con l’utilizzo della forza militare, delle alleanze e amicizie internazionali e della propaganda dei media, sta commettendo un genocidio nel silenzio totale del mondo.

Nassi LaRage

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