Smashing the borders: call to disarm!

Dall’ultimo report dell’UNHCR risultano che siano circa 4,5 milioni gli ucraini fuggiti dalla guerra.

Se si guarda il resto del mondo i numeri sono drammatici. Nel 2020 si parla di più di 80 milioni di persone costrette a scappare da altri conflitti divisi tra una metà di rifugiati interni e una metà di persone che hanno lasciato il proprio paese.

Nel podcast Alina racconta la sua lunga esperienza di migrante iniziata nel 2001 e sostiene che bisogna conoscere il mondo perché stare sempre nello stesso posto è un po’ come stare in uno stagno e non permette di aprire gli occhi su quello che ti circonda. A suo parere invece bisogna essere come un fiume che attraversa luoghi diversi e ricambia la sua acqua.

In Italia, mentre la spesa per la sanità pubblica, l’istruzione e il welfare è sottodimensionata si assiste a un continuo aumento delle spese militari. Niente soldi per i lavoratori insomma, ma il 2% del PIL annuale messo a servizio della NATO.

Raja sottolinea invece l’incredibile differenza nella gestione dell’accoglienza degli sfollati ucraini rispetto al resto dei migranti provenienti da altre parti del mondo sottolineando come sia strano aver potuto aiutare delle persone senza dover correre il rischio di essere perseguiti penalmente come avviene di solito a chi aiuta i rifugiati.

Mutuo Soccorso ha trasportato 150 persone in fuga dalla guerra senza eccessivi problemi legati ai loro documenti non europei. Ma se queste persone invece che ucraine fossero state siriane o afghane? I solidali sarebbero stati accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina… Come a dire: due pesi e due misure.

Invece che pensare a una società più inclusiva si arma Frontex con lo scopo di rafforzare la “Fortezza Europa”. Invece che volere la pace il Governo Draghi ha deciso di aumentare le già altissime spese militari.

Il link del podcast

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