Dal 2020 diciamo: “Cacciamoli!”. Vogliamo giustizia e sanità pubblica!
Da quando è iniziata la guerra in Ucraina non si parla più di pandemia e Covid 19.
Peggio ancora con l’arrivo del signor presidente Giorgia Meloni e della sua combriccola complottista e no mask.
Nei giornali, nei telegiornali, nei talk show, nelle chiacchiere da bar questi terribili anni lasciano spazio a un grande rimosso collettivo che però continua a pesare nella vita di molte persone. Viene eliminato l’obbligo di mascherina, tolto il bollettino giornaliero dei contagi e dei morti e il numero di chi si sottopone ai tamponi cala precipitosamente. Nessun* vuole rivivere l’isolamento. La minaccia sembra essere diminuita.
L’8 marzo saranno 3 anni esatti da quando sono cominciate le restrizioni che ci hanno portato ai vari lockdown e a modificare il trascorrere delle nostre esistenze come la percezione di estraneità per certi avvenimenti.
È invece notizia del primo di marzo, a pochi giorni dalla data di commemorazione per i morti di Covid, che 19 sono i nomi indicati dalla Procura di Bergamo per i reati di pandemia colposa aggravata e omicidio colposo plurimo. La mancata chiusura dell’ospedale di Alzano Lombardo, la mancata istituzione della zona rossa nella bergamasca, il mancato rinnovo del piano pandemico hanno portato, secondo un calcolo statistico, a più di 4000 morti nelle valli bergamasche che potevano essere evitate. Dopo questi 3 anni di indagini ritroviamo i soliti noti: Attilio Fontana, Giulio Gallera, Roberto Speranza, Giuseppe Conte, Franco Locatelli, Ranieri Guerra ma osservando i nomi ci salta all’occhio la mancanza di personaggi di Confindustria che hanno deliberatamente fatto pressioni sulla politica perché le aziende continuassero a rimanere aperte e che attraverso l’escamotage del codice ATECO delle attività essenziali hanno potuto continuare a produrre, arricchirsi e far ammalare i/le loro dipendent*.
A pochissimi giorni dalla scandalosa rielezione di Fontana e di Gallera alla Regione Lombardia quest’ultimo avvenimento pesa ancora di più e ci conferma come non esista nessun tipo di etica nella politica istituzionale e come l’elettore, in questo sistema di democrazia ormai alla totale deriva, vada di pari passo con i rappresentanti che sceglie. Questo non significa dire che avremmo voluto che vincesse l’altra fazione ma che se in una regione come la Lombardia dove la pandemia si è scagliata come uno tsunami e dove la gestione di questa emergenza ha mostrato l’impreparazione, la superficialità, l’arroganza di chi governa questa regione da anni, possano venir rielette proprio le persone che ne sono responsabili allora possiamo dire che non esiste limite al peggio.
A noi non serve un processo per capire chi ha sbagliato. Questi nomi li avevamo già fatti, le responsabilità già appurate e anche dichiarato la sentenza popolare. Per due anni di fila ci siamo riunit* sotto la regione per pretendere le dimissioni di Fontana. La prima volta con le varie brigate di solidarietà attiva nate a Milano per colmare i vuoti delle istituzioni e la seconda volta con associazioni e realtà che lavorano per il diritto alla salute di tutt*. Durante queste piazze abbiamo elencato tutti gli errori, le nefandezze che le istituzioni hanno compiuto, fino a dichiararne la sentenza dal basso con la volontà popolare di dimissioni immediate. La risposta delle istituzioni però è stata quella di caricarci e di denunciarci.
A breve comincerà il processo a nostro carico. Sotto il palazzo di vetro abbiamo portato le stesse accuse che adesso un organo dello Stato ha messo nero su bianco, dopo 3 anni di difficili indagini perché il rimpallo delle responsabilità è all’ordine del giorno in Italia.
Noi non crediamo nella giustizia italiana, basta vedere il trattamento riservato a Cospito, ma non possiamo ignorare il significato simbolico e politico delle parole pandemia colposa aggravata e omicidio colposo plurimo legate ai nomi di chi ci governa. Parole importanti soprattutto per i familiari delle vittime, bergamasche e non solo, che da 3 anni vivono un fardello enorme annacquato da una società che vuole e deve andare avanti.
Viviamo in una epoca complessa e piena di contraddizioni. Viviamo nell’epoca del cambiamento climatico, della globalizzazione, di guerre in tutto il mondo, di smantellamento dello stato sociale e di nascita di nuove povertà e discriminazioni. In tutto questo calderone, gli esperti continuano a dirci che le epidemie e le pandemie continueranno e che sono la diretta conseguenza del sistema capitalista e dell’emergenza climatica che ormai è in atto. La salute e la sanità sono uno dei diritti fondamentali che ogni comunità civile dovrebbe garantire ma invece è la prima cosa che viene messa sotto attacco dagli interessi privatistici, perché parliamoci chiaro la sanità fa business e Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e non solo lo sanno bene.
Cacciamoli! Dimissioni subito! Quello che è successo in questi anni non deve mai più capitare!
Lottiamo per una sanità preventiva, territoriale, laica e gratuita. Una sanità solo pubblica!
Ribadiamo la nostra solidarietà nei confronti del personale sanitario e di tutte quelle persone che fanno lavoro di cura e che ogni giorno lavorano in condizioni di sfruttamento e forte stress per occuparsi di chi vive un periodo di fragilità, momentaneo o duraturo.
La salute a 360 gradi è un diritto inalienabile di ogni persona ed è nostro dovere farci sentire, organizzarci e lottare verso una società della cura!
* foto di Nicola Marfisi
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