Lacrimogeni per disperdere la folla di richiedenti asilo

Avevamo chiuso il 2022 con diversi articoli che parlavano della situazione a dir poco problematica legata al sistema dell’accoglienza a Milano sia per quanto riguardava gli uffici di via Cagni adibiti alla richiesta di protezione internazionale sia per la condizione dei transitanti. Il 2023 è iniziato, ma la situazione non è cambiata ed è di oggi la notizia dell’uso dei lacrimogeni da parte della Polizia per disperdere una folla di richiedenti asilo proprio fuori dalla Caserma Annarumma in Bicocca.

Le notizie sono apparse prima su alcuni media mainstream che da ormai qualche anno hanno preso l’abitudine di riprendere parola per parola le veline della Questura senza nessuna seria ricognizione di altre fonti in barba ai fondamenti della deontologia professionale per poi comparire sia sul profilo della Rete NoCpr che su quello del Naga.

Il surreale articolo del Corriere Milano online di oggi. A quanto si legge la Questura di Milano deve essere dotata di “lacrimogeni intelligenti” capaci di distinguere tra “facinorosi” che volevano scavalcare la fila e “migranti giudiziosi” in fila al gelo dall’alba. Per esperienza possiamo dire che i lacrimogeni agiscono senza distinzioni.

Questo il comunicato completo del Naga:

“Il processo di criminalizzazione dell’immigrazione è in atto da decenni e si manifesta a volte subdolamente nel linguaggio, nella formulazione della norme, nella rappresentazione del fenomeno migratorio, altre volte in modo plastico, violento e spudorato, come è successo davanti agli uffici della Questura di via Cagni a Milano” afferma Anna Radice presidente del Naga.
“Dopo anni di incapacità di rispondere tempestivamente alla manifestazione di volontà di richiedere protezione internazionale, la Questura di Milano non ritiene che ci sia di meglio da fare che disperdere con i lacrimogeni la folla che cerca di entrare negli uffici preposti e, con un acrobatico rimbalzo di responsabilità, la scarica sulle persone che, esasperate dall’inutile attesa durata anche mesi, cercano di entrare per prime.” Prosegue la Presidente.
“Ricordiamo che questa situazione si è creata fin da quando gli uffici sono stati trasferiti in via Cagni decentrandoli rispetto alla sede dell’Ufficio Immigrazione della Questura di via Montebello. La prima denuncia del Naga risale all’autunno del 2021 e già allora venivano segnalate sia la scarsità delle risorse messe a disposizione per gestire gli ingressi per richiedere asilo, sia l’inadeguatezza dei rimedi adottati. L’ultima procedura scelta, avviata con l’inizio del nuovo anno dopo un primo e disastroso esperimento effettuato il 22 dicembre 2022, prevede che vengano raccolte 120 domande alla settimana esclusivamente al lunedì mattina. Anche questo tentativo tardivo non ha risolto la questione perché il ritardo accumulato in un anno e mezzo ha creato una quantità di aspiranti richiedenti asilo molto maggiore di quello che questi numeri possono assorbire.” Conclude Radice.

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