Cade l’associazione a delinquere nel processo contro il Comitato Abitanti Giambellino-Lorenteggio
E’ di questa mattina la sentenza d’appello del Tribunale di Milano nei confronti dei nove militanti per il diritto all’abitare del Comitato Abitanti Giambellino-Lorenteggio accusati, tra le varie cose, del reato di associazione a delinquere.
Il pronunciamento della Corte d’Appello ha totalmente ribaltato la sentenza di primo grado facendo cadere il reato associativo e riducendo di molto le pene per altri reati. Si è passati dunque dalle alte pene detentive del primo grado a condanne molto più lievi (da 5 anni a 1 anno).
In attesa della sentenza di Cassazione cade il teorema della Procura che ha cercato di trasformare una lotta sociale per un bisogno primario (e garantito, tra l’altro, dalla Costituzione) a una fattispecie puramente delinquenziale.
L’impianto accusatorio creava un precedente pericoloso per la lotta per il diritto all’abitare già duramente repressa lungo tutta la penisola anche con la continua produzione di strumenti normativi ad hoc come per esempio il DDL Sicurezza in discussione in Parlamento e contro cui è previsto per domani, proprio a Milano, un corteo.
In una metropoli come Milano, resa invivibile da famelici appetiti immobiliari e da affitti sempre più inaccessibili, dove l’edilizia popolare, sia regionale che comunale, langue in uno stato di penoso abbandono, sarebbe stato surreale veder condannati per reati infamanti attivisti e attiviste la cui unica colpa era quella di lottare per dare un tetto a chi non se lo può permettere “a prezzi di mercato”.
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