Senza giustizia, nessuna tregua

Diciamolo chiaro: la Resistenza italiana è stata battaglia, senza tregua e senza rimorsi: nelle strade, sui monti, nei quartieri, nelle fabbriche, nelle università o in pianura; dal più piccolo paese alle grandi città.
E diciamolo forte, senza mezzi termini o necessità di modernizzare la cosa: è stata una guerra vittoriosa di popolo, fatta con fucili, ingegno, bombe e coraggio. Perché quando hai davanti il Terzo Reich occupante e i suoi fedeli e vigliacchi servi fascisti c’è poco da discutere o fare proclami di libertà, c’è solo da colpire e colpire forte.
L’Italia è il paese che ha avuto la più numerosa e militarmente potente guerra armata al nazifascismo (dopo la Jugoslavia del Maresciallo Tito), è stato l’unico paese dove le forze partigiane hanno liberato da sole molte delle sue principali città, l’unico territorio dell’Europa occupata nel quale ci sono stati imponenti scioperi per bloccare la guerra, la nazione che ha visto nascere il fascismo nel 1919 ma anche quella che lo ha abbattuto a colpi di mitra.
Questo ci ha riscattato dal Ventennio, dalle leggi razziali, dalla guerra e dall’essere stati la prima dittatura fascista e ci ha consentito fino ad oggi di non sentirci complici, inermi e rassegnati di fronte alle pagine più buie della storia.

Questo è quello che è avvenuto e questo non va dimenticato.

E, ancora, permetteteci di ribadirlo pensando a quando saremo in corteo con centinaia di migliaia di corpi per l’Ottantesimo, per Milano la Resistenza è qualcosa di ancora più forte, come ricordiamo in tutte le strade della nostra città ogni anno omaggiando le più di cinquecento lapidi di chi è caduto opponendosi al fascismo e alla guerra, prima di andare tuttə insieme al grande corteo del 25 Aprile.
Milano…
La Milano che, durante la guerra partigiana, è stata l’epicentro e il quartier generale della Resistenza; una città in cui i lavoratori cominciarono a buttare giù il fascismo mesi prima del 25 luglio e dell’8 settembre e dove i gruppi partigiani non ebbero pari per capacità militare, popolazione in appoggio, presenza nei quartieri e nei luoghi di lavoro.
La Milano ingovernabile del mordi e fuggi dei GAP, dell’astuzia delle SAP, delle fabbriche mai domate, delle staffette, delle borse con messaggi e bombe tra i libri di scuola, delle stamperie clandestine nelle cantine, delle armi nascoste nelle università e nei depositi dei tram, degli uffici o delle aule usate per le riunioni o del numero incalcolabile di case che offrivano riparo e cibo ai combattenti partigiani.
La Milano che esplode tutta insieme il 25 Aprile del 1945, con Mussolini vigliacco che scappa travestito (e che rivedrà queste strade solo cadavere), i fascisti che si asserragliano in Prefettura e nelle caserme (supplicando che gli Alleati li salvino), i padroni atterriti che vedono le loro fabbriche occupate, la logistica della città fuori uso e le SS che si arrendono e tornano disarmate nel loro Reich millenario, dal loro Führer nascosto e circondato dall’Armata Rossa.

Questo è quello che è avvenuto e questo non va dimenticato.

Ma soprattutto non va mai scordato che la nostra Resistenza è stata una guerra di donne e uomini liberi che volevano distruggere l’Italia che c’era stata fino ad allora: quella del fascismo, del re, della guerra, del padrone affamatore, di una società maschile, rigida e tradizionale, di una scuola retorica e autoritaria, della discriminazione e dello sfruttamento di classe. Nella loro scelta affondano le nostre radici e le ragioni delle nostre posizioni. È precisamente questa storia ciò che non abbiamo paura a chiamare nostra Patria ideale.

Questo è quello che è avvenuto e questo non va dimenticato.
Mai.

Folagra

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