“Generazione voucher” – Piccolo viaggio nel mondo della precarità – Vol.1
Nei giorni in cui il governo Gentiloni, timoroso di una nuova sconfitta al referendum del 28 Maggio voluto dalla CGIL sui buoni lavoro e gli appalti, intraprende la strada dell’abolizione dei voucher, usciamo con il primo capitolo di una mini-inchiesta sul rapporto tra la generazione under25, la precarietà e il mondo del lavoro.
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Questa piccola inchiesta parte da una considerazione iniziale. La Redazione di MilanoInMovimento è costituita in gran parte (almeno fino a poco tempo fa) da persone con un’età media superiore ai trent’anni. Alcuni di noi hanno il “vecchio” contratto a tempo indeterminato (quello con l’articolo 18 per intenderci…) e una discreta esperienza sindacale alle spalle. C’è quindi una quota di redattori di MiM che fa parte del mondo dei “lavoratori garantiti”, se ancora li si può definire così… Ne esiste poi un’altra fetta che ha lavori di fatto precari pur avendo iniziato a lavorare diversi anni fa.
Abbiamo iniziato ad interrogarci sia sulle nostre condizioni lavorative che su quelle della generazione successiva, quella tra i 20 e i 25 anni. Questo perché, da un lato eravamo curiosi di capire come si approciassero al mondo del lavoro i più giovani, sia perché eravamo colpiti dal loro silenzio. Un silenzio relativo alla propria condizione lavorativa-esistenziale. Come se ci fosse una difficoltà a raccontarsi ancor prima che quella di organizzarsi.
Uno spunto interessante in tal senso ci è venuto durante un dialogo con una giovanissima attivista universitaria che pur avendo solo 20 anni ha già avuto un’esperienza importante col mondo del catering e della ristorazione. Lei sostiene che:
mentre la generazione nata tra la metà degli anni ‘70 e la metà degli anni ‘80 ha avuto modo di vedere il “vecchio” mondo del lavoro e viverne il declino, la nuova generazione ha totalmente introiettato la precarietà come forma di vita. I primi hanno visto il tramonto di un mondo dove, raggiunta una certa età l’orizzonte comune era trovare un lavoro stabile e metter su famiglia, mentre i secondi non lo hanno neanche lontanamente conosciuto. La prima è una generazione in qualche modo “schizofrenica” con un piede nel passato e uno nel futuro che vive la precarietà con malessere, insofferenza e a volte ribellione. Molti, nella seconda generazione, vogliono prolungare il proprio periodo di studio universitario passando nel frattempo da un lavoro precario ad uno ancora più precario nella speranza che, finito il ciclo di studi, si possa finalmente trovare un lavoro come si deve. Il tutto senza farsi particolari domane.
Bene, volevamo indagare per mettere a verifica questa suggestione.
Raccolte un po’ di idee, ci è sembrato che la forma più diretta, efficace e immediata di approccio a questo universo “sconosciuto” fosse una piccola auto-inchiesta.
Abbiamo quindi stilato un range d’età al quale sottoporre le domande. Come dicevamo si tratta della generazione tra i 20 e i 25 anni. A quel punto abbiamo compilato una lista di persone rientranti in questa fasci di età e che hanno fatto militanza studentesca nella Rete Studenti Milano e nel Casc Lambrate per poi continuare in università. Ci è sembrato che per iniziare un’analisi fosse sensato partire proprio da coloro che, sono più vicini a noi.
Abbiamo deciso di parlare dei voucher perché era l’elemento simbolicamente più capace di descrivere l’attuale mondo della precarietà, ma avremmo potuto benissimo parlare di altro: delle partite IVA, del mondo delle cooperative, del lavoro a chiamata, del lavoro intermittente, dei contratti a tempo determinato per finire col cosiddetto contratto a tempo indeterminato a “tutele crescenti”… Il mare della precarietà è vastissimo e profondo.
Queste le domande del questionario:
-Quanti anni hai?
-Da quanti anni hai finito le scuole superiori?
-Stai seguendo un corso universitario?
-Secondo te a Milano il lavoro si trova con facilità?
-Quanti lavori hai fatto?
-In che settori?
-Che tipi di contratto hai avuto?
-Sei mai stato pagato con i voucher?
-Cosa ne pensi?
-Hai riscontrato violazioni palesi?
-Cosa pensi della frase “meglio i voucher che la disoccupazione”?
-Secondo te quale sarebbe uno strumento utile ai precari per organizzarsi al fine di pretendere i propri diritti?
-Senti il sindacato come qualcosa di vicino o di estraneo?
-Pensi che la vostra generazione sopravviva anche grazie ai risparmi accumulati da quelle precedenti (nonni e genitori per intenderci)?
-Cosa pensi del Primo Maggio?
-Pensi che andrebbe innovato, se sì come?
La prossima puntata presenteremo le risposte al questionario.
(continua…)
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