NoTav – La Cassazione conferma l’azione ai cantieri del 2013 non fu terrorismo

no_tav_cassazione-563x300La Cassazione ha confermato per l’ennesima volta, rendendo definitiva la sentenza contro quattro attivisti NoTav, che l’azione contro i cantieri del Tav del 13 Maggio 2013 non fu terrorismo.

La vicenda repressiva legata a quella notte era iniziata nel Dicembre 2013, con gli arresti voluti dalla Procura di Torino ancora guidata da Giancarlo Caselli. Nel Luglio del 2014, erano stati arrestati altri 3 attivisti, che stanno venendo giudicati in un altro procedimento. Tutti gli arrestati per quella vicenda subivano una carcerazione caratterizzata da forme detentive molto dure.

Per la prima volta in assoluto, era stata contestata la finalità di terrorismo per reati relativi alla lotta NoTav. La Val di Susa si confermava come uno dei laboratori repressivi dove sperimentare nuove forme di contrasto alle lotte sociali.

In diverse passaggi però, la Corte di Cassazione, aveva smentito le tesi della Procura.

Il 10 Maggio 2014, un corteo di migliaia e migliaia di persone aveva attraversato le strade di Torino in solidarietà con gli arrestati.

Nonostante gli sforzi dei pm Rinaudo e Padalino, la sentenza di primo grado aveva negato la dimensione terroristica dell’azione di quella notte.

Stessa sorte era toccata in appello, nonostante l’impegno diretto di un pezzo da novanta e “mostro sacro” della magistratura torinese come il Procuratore Generale Marcello Maddalena che era sceso in campo in prima persona per cercare di ottenere la condanna per terrorismo per Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò.

A rendere ancora più grottesca l’accusa della Procura di Torino erano i limitatissimi danni prodotti dall’azione al cantiere che si potevano riassumere in un compressore bruciato. Nulla a che vedere quindi con la strage del Bataclan…

Confermate dalla Cassazione le condanne a 3 anni e 6 mesi ai quattro attivisti per i reati specifici.

Dopo le assoluzioni di settimana scorsa dall’accusa di devastazione e saccheggio nel processo d’appello per i fatti del Primo Maggio NoExpo a Milano, un nuovo passaggio che tende ad delimitare l’utilizzo disinvolto del Codice Penale nelle lotte contro i reati sociali.

 

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