Da Milano alla Palestina la casa è un diritto!
Milano, a pochi mesi dalle Olimpiadi Invernali, dopo la vendita dello Stadio Meazza e di una parte importante di San Siro, tra un presidio antisfratto e operazioni repressive di sgomberi nei quartieri popolari della città, prova a reagire con un corteo cittadino convocato dalla rete politica che quest’estate aveva organizzato la manifestazione cittadina il 3 luglio scorso portando in piazza quasi un migliaio di persone a Corvetto.
Sembra passata un’eternità, ed invece era solo qualche mese fa. Nel frattempo il coordinamento cittadino si è trasformato nel “Movimento 3 luglio”, radunando attorno a sé più di 40 realtà dell’area metropolitana: sindacati inquilini, comitati, organizzazioni studentesche, collettivi, associazioni, cooperative di abitanti, tutti uniti nel nome del diritto alla casa e alla città.
Appuntamento in piazzale Loreto alle 15, per questo sabato 22 novembre, insieme alla comunità palestinese e al consueto corteo del sabato pomeriggio, organizzato da API e da GPI contro il genocidio a Gaza. Una convergenza che realizza non soltanto la condivisione dello spazio urbano come intersezione ma che definisce un piano di strategia comune: la solidarietà attiva come metodo e pratica di lotta quotidiana finalizzata allo sviluppo di un’azione collettiva, dal locale al globale, per un progetto alternativo di città e società.
Molte sono state le iniziative di avvicinamento alla data. Dai presidi davanti a Palazzo Marino per chiedere un intervento tempestivo sui casi di emergenza abitativa, al flash mob in viale Romagna, sotto la sede di Aler, organizzato dai sindacati inquilini, per cercare di ottenere una sanatoria per chi vive in occupazione, Tante le iniziative antisfratto, a tutela delle famiglie nei quartieri, per provare a strappare dei rinvii per chi altrimenti rischierebbe di finire in mezzo alla strada, mentre le istituzioni promuovono, con assoluta scarsità e lentezza, qualche soluzione transitoria.
Se il caro affitti non dà segnali positivi, e i valori economici restano astronomici ed insostenibili ai più, un numero crescente di persone sembra avere inteso a poco a poco il potenziale di questa resistenza civile che in tutto il paese si sta organizzando. Lo scorso fine settimana la rete RAMA a Torino si è autoconvocata in una manifestazione cittadina sulla casa, dopo molto tempo, mentre Bologna con PLAT ha saputo affrontare la repressione di stato, denunciando la violenza di due sgomberi avvenuti in Bolognina, qualche settimana fa occupando temporaneamente uno stabile pubblico, vincendo una vertenza locale, intanto che si portava agli onori delle cronache il tema della precarietà abitativa.
Nel frattempo il governo Meloni ha dichiarato guerra aperta al movimento della casa nazionale, decidendo di alzare il livello dello scontro: prima ha millantato l’inserimento nella manovra finanziaria l’aumento dell’aliquota ai proprietari di casa che immettono il proprio immobile nel mercato degli affitti brevi turistici, salvo poi subito ritrattare, sostituendo questa proposta con l’idea di accelerare i tempi dell’esecuzione degli sfratti, in linea con la propaganda di regime che già ha inasprito le pene, con il DL Sicurezza, previste per chi è sotto sfratto, occupa solidarizza ad un picchetto.
Per tutte queste ragioni il Movimento 3 luglio è nato: chiedere soluzioni tempestive e strutturali, su Milano, come coalizione unitaria che tiene insieme diverse anime del movimento di lotta per la casa, come i sindacati Sicet, Unione Inquilini e Asia Usb, con la Rete per il diritto all’abitare e la campagna Chiediamo Casa, lanciata dal comitato Abitare in Via Padova ormai quasi due anni fa.
Un modo efficace per tenere insieme tutti, ognuno con le proprie peculiarità e formule, a partire dall’urgenza dei bisogni materiali e dai diritti negati delle persone, con l’obiettivo conclamato di aumentare la capacità di impatto e di risoluzione reale alla crisi abitativa, che attualmente sta affossando l’ecosistema urbano e il tasso di vivibilità di una Milano, sempre smagliante sulle cartoline, ma deprimente per chi cerca un’opportunità di emancipazione sociale o di affrancamento da sfruttamento lavorativo e marginalità, se non te lo puoi permettere, perché qui abitare non è un diritto, ma un privilegio fondato sul censo.
Dopo il Corvetto, il Movimento 3 luglio ha deciso di attraversare i quartieri di Loreto, Casoretto e Via Padova, non soltanto per la vivacità che questo territorio sta esprimendo sul tema, sperimentando diversi dispositivi aggregativi, iniziative e alleanze inedite, ma anche per ribadire la vicinanza di tutta la città alla questione abitativa a partire dal recupero del patrimonio residenziale pubblico (ancora in bilico il destino delle case Aler di via Porpora e delle case popolari di viale Lombardia 65, cui il Comune vorrebbe venderne una parte) unico e vero pilastro del welfare e strumento utile deputato ad alleviare la pressione del mercato immobiliare sulla città e la zona, insieme alla pianificazione urbanistica (proprio questa settimana è stata ricostituita la Commissione Paesaggio, dopo gli scandali sul “Salva Milano” che hanno investito la Giunta Sala), oltre alla volontà di rimarcare il fatto che la scuola – l’arrivo è previsto infatti al Parco Trotter – gioca un ruolo protagonista nella sua funzione di collante sociale, in quanto vettore virtuoso e costituente di coesione sociale, perché rappresenta un fattore determinante per il rinnovo di un patto di convivenza più giusto tra istituzioni civiche e abitanti.
Un’altra città è possibile. C’è un futuro anche per Milano, senza week e fuori dai rendering, e passa dai quartieri e da una formula magica quanto banale “dalla gente per la gente”, il mantra che muove il neonato movimento per la casa, un movimento che intende cambiare questa città, a partire dal diritto all’abitare.
Angelo Junior Avelli
Tag:
aler caro affitti carovita case popolari città comune diritto all'abitare diritto alla casa edilizia popolare gentrificazione giunta immobiliarsiti manifestazione metropoli Milano mm periferia quartieri regione Sala sfratti sgomberi speculazione immobiliare turistificazione
