Smashing the borders – Double standard & homecoming
Ieri raccontavamo il secondo ingresso in Ucraina da parte della carovana umanitaria di Mutuo Soccorso.
Oggi ospitiamo invece la terza puntata del podcast “Smashing the borders”.
In questi giorni la missione umanitaria è riuscita a far partire un pullman di 51 persone per Napoli, 7 giovani persone sordomute con i loro animali e 10 donne con le figlie verso Pescara.
Nella puntata odierna viene raccontato il viaggio dall’Ucraina all’Italia che, in certi momenti, assume i contorni di un’Odissea con le ore di fermo e controlli al confine ungherese e l’arrivo non proprio entusiasmante all’hub di riferimento milanese di Stazione Centrale.
Quello che emerge con chiarezza poi è la politica dei “due pesi e due misure” (per non dire di più) nella gestione dei flussi di rifugiati all’interno dell’Unione Europea. Si propone insomma il famigerato double standard occidentale. Perché gli stessi diritti che vengono riconosciuti ai profughi ucraini non vengono garantiti agli afghani in fuga da un paese devastato da quasi 50 anni di guerre o ai siriani in fuga da un conflitto decennale che ha causato più di mezzo milione di morti? Ma potremmo parlare anche dell’Iraq, dello Yemen e di tantissimi altri casi.
Come sostiene Alexandru Cohal dell’Università di Pavia parlando della Romania (ma la considerazione si potrebbe estendere a tanti altri paesi): “La Romania è un paese europeo ancora prigioniero di una visione etno-nazionale. Tendenzialmente accogliamo bene l’uomo bianco di quarant’anni (…). Penso che sia un limite culturale che condividiamo con l’Europa”.
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