Ventimiglia e l’accoglienza [da Progetto 20K]

13936900_1253871624625159_318111084_nLe immagini parlano da sole.

Portare cibo e vestiti ai profughi in transito, organizzare un’accoglienza il più degna possibile laddove quella istituzionale non c’è o se c’è è coercitiva e repressiva, offrire supporto medico, sanitario, informazioni legali: tutto ciò dev’essere improvvisamente diventato reato tra i più gravi nel nostro paese se le persone che si macchiano di tale colpa vengono manganellate e picchiate in questo modo.

Ma siccome la istituzioni tutte, dal Sindaco di Ventimiglia alle Forze dell’Ordine, sono convinte che gli attivisti e i solidali siano la vera causa di tutti i mali e tutto ciò che accade (come a dire che i migranti non sono esseri pensanti in autonomia, un’idea vagamente razzista di quegli uomini e donne), per essere sicuri che il loro messaggio di di avversità e repressione non svanisca col riassorbirsi delle ferite inflitte al corpo, si cautelano aggiungendo anche un prolungamento significativo dell’intimidazione.

Quindi le persone che sono state caricate, aggredite e arrestate si portano a casa, oltre alle ferite, anche le denunce: occupazione, resistenza, violenza, oltraggio. Verrebbe da dire “oltre i danno, la beffa”.

C’è però una cosa che evidentemente le istituzioni hanno dimenticato di considerare: la solidarietà, la comunanza delle lotte contro le frontiere chiuse e per la libertà di movimento, l’umanità che ci contraddistingue non sono qualcosa di passeggero. Siamo a Ventimiglia, continueremo ad esserci e a fare ciò che serve per abbattere ogni frontiera!

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Una risposta a “Ventimiglia e l’accoglienza [da Progetto 20K]”

  1. […] Portare cibo e vestiti ai profughi in transito, organizzare un’accoglienza il più degna possibile laddove quella istituzionale non c’è o se c’è è coercitiva e repressiva, offrire supporto medico, sanitario, informazioni legali: tutto ciò dev’essere improvvisamente diventato reato tra i più gravi nel nostro paese se le persone che si macchiano di tale colpa vengono manganellate e picchiate in questo modo. Ma siccome la istituzioni tutte, dal Sindaco di Ventimiglia alle Forze dell’Ordine, sono convinte che gli attivisti e i solidali siano la vera causa di tutti i mali e tutto ciò che accade (come a dire che i migranti non sono esseri pensanti in autonomia, un’idea vagamente razzista di quegli uomini e donne), per essere sicuri che il loro messaggio di di avversità e repressione non svanisca col riassorbirsi delle ferite inflitte al corpo, si cautelano aggiungendo anche un prolungamento significativo dell’intimidazione. Quindi le persone che sono state caricate, aggredite e arrestate si portano a casa, oltre alle ferite, anche le denunce: occupazione, resistenza, violenza, oltraggio. Verrebbe da dire “oltre i danno, la beffa”. (Tratto da: Ventimiglia e l’accoglienza) […]

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