Contratto illegittimo, cola a picco l’accordo Assodelivery-Ugl
«Il contratto nazionale sottoscritto da Ugl rider risulta stipulato da soggetto carente di valido potere negoziale». Il Tribunale di Bologna affossa il «contratto capestro» contro i rider. L’accordo del 15 settembre 2020 firmato da Assodelivery e applicato da Deliveroo – entrambi guidati Matteo Sarzana – e il sindacato Ugl che manteneva il cottimo è illegittimo e tutti i 6 mila rider a cui è applicato dovranno essere ripagati attraverso un vero contratto nazionale, quello della logistica con salario orario, 13esima, 14esima, Tfr e ferie. Il tutto con valore retroattivo dal primo novembre 2020 a oggi, giorno limite dato dal governo alle parti per trovare un accordo, pena l’applicazione del trattamento economico del contratto nazionale più affine.
Devono invece essere immediatamente essere reintegrati i rider che si ribellarono al contratto-capestro e non lo sottoscrissero, perdendo il lavoro dal 2 novembre 2020, data dell’entrata in vigore del contratto.
Cola a picco dunque l’invenzione di Pietro Ichino che – come dimostrato dal manifesto – fu il suggeritore di questa nefandezza sindacale. Rispondendo alla lettera di un gruppo di sedicenti rider Anar, associazione autonoma dei rider, che volevano rimanere lavoratori autonomi, il giuslavorista indicò l’unica strada possibile: sfruttare il famigerato articolo 8 di Sacconi, organizzarsi in un sindacato maggiormente rappresentativo nell’impresa e stipulare con questa un accordo aziendale «in deroga». Così l’Anar diventò l’Ugl – nel frattempo passato sotto la Lega di Salvini – e Matteo Sarzana, mentre fingeva di trattare al Ministro del Lavoro per un vero contratto nazionale con sindacati confederali e le unions dei rider, colse al volo l’idea costruendo un testo che lasciava i rider a cottimo, spacciandolo – con il plauso della stampa mainstream, di molti partiti e di molti esperti del settore – come «il primo contratto europeo che dava tutele ai rider».
Nelle 14 pagine di dispositivo, il giudice Filippo Palladino accoglie il ricorso articolo 28 – comportamento antisindacale – di Nidil Cgil, Filt Cgil e Filcams Cgil di Bologna e «accerta e dichiara l’illegittimità dell’applicazione ai riders, da parte di Deliveroo Italy srl,del contratto sottoscritto da Ugl Rider e ordina a Deliveroo di astenersi dall’applicare detto accordo ai propri riders». In più «condanna Deliveroo al pagamento, a favore dell’organizzazioni sindacali ricorrenti, di 13mila euro».
«Il giudice – spiega l’avvocato Carlo De Marchis che rappresentava la Cgil – ha accertato che il sindacato Ugl era nato dal nulla come un fungo». Nella discussione del ricorso Assodelivery ha toccato anche vette comiche. «Il 29 gennaio ha presentato come testimone un finto rider – continua De Marchis – un tal Andrea Colombo che si è presentato vestito da rider in bicicletta ma che in realtà era il capo del personale di Deliveroo nel nord e centro Italia, come da curriculum su Linkedin, e in seguito ha aperto una società di rider che lavora per Deliveroo».
La CGIL ha invece portato come testimone il vero rider Antonio Prisco – recentemente scomparso – che ha spiegato come veniva svolta la prestazione e come funziona e viene usato da Deliveroo l’algoritmo che gestisce le chiamate per i rider.
«È una decisione di fondamentale rilevanza – sottolinea la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti – che si aggiunge alla condanna subita dall’azienda a Firenze per discriminatorietà dell’algoritmo, segna la fine del controverso accordo sottoscritto nel settembre del 2020 rispetto al quale la Cgil aveva subito criticato. Ora – prosegue la dirigente sindacale – l’azienda è stata costretta a mettere fine al cottimo e ad applicare le condizioni economiche del contratto che da tempo la Cgil ha indicato nel contratto nazionale Merci e logistica, con un trattamento economico e normativo di gran lunga migliorativo».
Deliveroo ricorrerà in appello. «La sentenza non fornisce ragioni specifiche e di dettaglio sulla presunta mancanza di rappresentatività dell’organizzazione sindacale Ugl Rider e vale solo per Bologna», commenta Matteo Sarzana, oramai solo a difendere un contratto che anche la concorrente JustEat ha disdettato, assumendo i suoi rider con il contratto nazionale.
di Massimo Franchi
da il Manifesto del 3 luglio 2021
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