Milano. CPR. Oggi
Guardate in faccia alla realtà. Questo è quel che accade in via Corelli, a pochi metri dalle nostre case.
Preferiscono cucirsi le bocca con il filo di ferro, tanto nessuno comunque li ascolta.
Un gesto di protesta estremo.
E’ in atto uno sciopero della fame collettivo. Ma nessun controllo medico, nessun monitoraggio: il consueto abbandono.
Una persona, insieme ad altre cinque, nonostante non si cibasse da tre giorni, la scorsa notte, vero le quattro, è stata prelevata dal letto mentre dormiva da agenti in tenuta antisommossa piombati nelle camere al buio ed ed è stata deportata. Ha chiamato la sua compagna dalla Tunisia. Ormai questa è la regola, per evitare proteste.
Una persona ha una gamba presumibilmente rotta ma da ieri ancora attende di essere portata al pronto soccorso; un’altra ha un’infezione alle vie urinarie e brividi, ma non riceve cure. Si parla di almeno due casi di scabbia.
I pacchi dei parenti – per chi è fortunato e ne ha – vengono rispediti indietro, anche due tre volte di seguito, senza alcun motivo.
Il cibo, anche stasera, era avariato.
Nessuno conosce i propri diritti, nessuno spiega nulla: nessun mediatore culturale, nessun assistente sociale, nessun informatore legale, e da diversi giorni non è più reperibile neppure la psicologa, con le consuete liste di attesa di decine di giorni.
I sedativi scorrono, come sempre senza nessuna prescrizione medica.
“Per loro siamo numeri, siamo soldi. Ci buttano il cibo e richiudono la porta, peggio che agli animali”
Milano. CPR. Oggi.
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