Il presidio sociale dell’ex GKN di Firenze sotto attacco

“Noi resistiamo perché abbiamo un piano”. Esordisce così un lavoratore del Collettivo Ex GKN all’assemblea straordinaria avvenuta ieri, 26 giugno. Ringrazia le centinaia di persone che hanno risposto alla chiamata. L’aria è calda, ma non importa. Importano le parole, importa esserci.

Il Collettivo di Fabbrica ex GKN è in assemblea permanente dal 9 luglio 2021. Quattro anni di presidio, forse il più lungo della storia operaia europea recente. Una lotta portata avanti con gli strumenti tradizionali e con la creatività: sul piano materiale e sul piano simbolico. Il presidio, le azioni, i cortei, i festival di letteratura, i capodanno sociali, gli anniversari, gli spettacoli teatrali, i libri, la ricerca, la progettazione, l’immaginazione di un dopo, la fabbrica socialmente integrata, l’azionariato popolare.

Prende voce Dario Salvetti, portavoce del collettivo. Racconta lo stato dell’arte: l’attacco che sta subendo questa lotta è subdolo, è sempre stato subdolo da parte “loro”. Chi sono “loro” (cito da “Questo lavoro non è vita”, libro uscito per Fuori/Scena): “è ciò che domina e non dirige. […] Diciamo “loro”, in modo contemporaneamente personale e impersonale: […] La radice del problema è un sistema socioeconomico dominato da forze sociali impersonali che agiscono alle spalle degli uomini, però attraverso gli uomini stessi. È fondamentale ricordare che è impersonale proprio perché la soluzione del problema non sta semplicemente nella rimozione di questo o quell’altro individuo; tuttavia contemporaneamente queste forze impersonali, che ci dominano e che ci portano verso guerra, sfruttamento e chiusura delle fabbriche, hanno i loro uomini, hanno chi agisce con loro”.

Il “loro” attacco, dunque, è stato da sempre imbastito sui tecnicismi, non sulle manganellate. Oggi si gioca anche sul piano della politica spicciola, della partitica. Il fatto che si tratti di una “voce” di sgombero (pubblicata dalla Nazione e da Repubblica Firenze solo recentemente) è l’indizio di una strategia, del tentativo di rendere l’illegalità il tema, di giocare le “loro” carte sul piano della repressione muscolare. Il collettivo di fabbrica non starà alle regole di questo gioco, perché ” la celere è solo uno dei tanti strumenti di attacco, ad oggi nemmeno il più probabile. La repressione che abbiamo visto recentemente dà visibilità, è vero, ma una visibilità che distrae. Nel nostro caso, distrae dal piano della reindustrializzazione. Ricompattarci sulla repressione va bene, ma è già una sconfitta: bisogna ricompattarsi sul progetto”.

La posizione: il presidio è legittimo nella direzione del progetto. Ogni attacco al progetto è un attacco contro gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici, è un attacco all’industria, è un attacco al territorio. “La reindustrializzazione è difficile perché è contro tutto e tutti”, continua Salvetti, “contro il monopolio delle cargo bike tedesco e danese, contro le lobby del fossile, contro la farsa degli ultimi trent’anni di fotovoltaico in Italia. Noi stiamo facendo qualcosa che dovrebbe fare la ricerca pubblica”.

Ma quali sono gli interessi in gioco? Speculazione immobiliare, forse un Hub della logistica. Scatole cinesi di holding su holding, una perversione economica. L’uso strumentale del concordato preventivo, il capitale finanziario che preme. Nonostante la regione abbia recepito una legge di iniziativa popolare, nonostante l’adesione di numerosi comuni al consorzio, nonostante i finanziamenti etici, nonostante l’azionariato popolare, nonostante il piano di conversione della fabbrica.

Il Collettivo di Fabbrica Ex GKN chiede di essere pronti e pronte. Chiede di esserci per il quarto anniversario della lotta: “Resistere per Ri-esistere”, venerdì 11 luglio a piazza Poggi a Firenze, dalle 18. Per mostrare che la lotta è in salute, che siamo tanti e che anche l’attacco più duro verrà respinto.

“So che saremo tanti”, conclude Salvetti, “ma il giorno dopo?”.

Demetrio Marra

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