L’Italia condanna i migranti con il silenzio

Non sono serviti a nulla gli appelli di ong, cittadin* e giornalist* per bloccare il rinnovo del Memorandum Italia-Libia, accordo promosso da Marco Minniti durante il Governo Gentiloni nel 2017 relativo all’arginamento dell’immigrazione clandestina. Non sono bastati 4 governi per fermare l’orrore che si cela dietro un accordo firmato con il sangue di migliaia migranti morti in mare o nei centri di detenzione libici. Sono più 85mila gli uomini, le donne e i/le minori intercettati dalla guardia costiera e riportati in Libia negli ultimi 5 anni, condannati a subire torture, stupri e violenze di ogni genere in un regime di detenzione arbitraria.

Oggi è scaduta la possibilità da parte dell’esecutivo di fermare il rinnovo automatico del Memorandum, che entrerà nuovamente in vigore per 3 anni dal 2 febbraio 2023. Nonostante i ripetuti appelli, l’Italia continuerà a finanziare e formare la guardia costiera libica, fornendole tutti gli strumenti necessari per continuare a promuovere la violenza e la morte di migliaia di innocent*.
Nel silenzio istituzionale del nuovo governo (che ha già ampiamente chiarito le sue posizioni e la linea dura che sarà applicata sul tema migrazione e accoglienza) c’è una triste linea di continuità con quelli precedenti. Il silenzio. Un silenzio che gira le spalle a persone in fuga da guerre, persecuzioni e carestie. Un silenzio che rimbomba ancor più forte se si pensa alle timide prese di posizione dell’Unione Europea e delle Nazioni Unite, spettatori di un dramma che non può essere più ignorato.

L’Italia condanna i migranti con il silenzio, ignorando un’emergenza che la colpisce direttamente e lavandosi le mani della vitta di migliaia di persone. Finanziando un governo instabile e martoriato da guerre intestine per i propri tornaconti, il nostro paese si è nuovamente macchiato le mani di sangue. L’emergenza vera è culturale e, a questo punto, umanitaria.

Restiamo umani.

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