[DallaRete] Turchia – Appello per la pace come reato penale
Il presidente turco Erdogan fa arrestare 14 scienziati critici. Indagini per “tradimento della patria “contro altri 100 accademici.Numerosi scienziati in Turchia da venerdì si trovano confrontati con indagini per “propaganda terroristica”.
Il presidente Recep Tayyip Erdogan mercoledì aveva chiesto la punizione dei firmatari di un appello per la pace. 1.128 collaboratori di circa 90 università in tutta la Turchia, nonché alcune note personalità straniere come il linguista Noam Chomsky, il sociologo Immanuel Wallerstein e David Harvey avevano firmato un appello dal titolo »Non vogliamo appoggiare questo crimine«. L’appello chiede la fine delle operazioni militari in corso nell’est della Turchia e un ritorno alle trattative di pace con il Partito del Lavoratori del Kurdistan (PKK). Gli »accademici per la pace« accusano il governo dell’AKP di una »politica di annientamento e espulsione«, città come Cizre e Nusaybin e il centro storico di Diyarbakir, Sur, vengono attaccate con armi pesanti e gli abitanti sono condannati »a morire di fame e di sete« da settimane di coprifuoco.
Venerdì la polizia nella provincia di Kocaeli nel nordovest della Turchia ha arrestato 14 dei firmatari nell’ambito di perquisizioni domiciliari. Secondo dichiarazioni della procura dello stato, 21 docenti dell’università di Kocaeli sono indagati per »propaganda terroristica« e “sobillazione del popolo«. Inoltre gli accademici avrebbero infranto il famigerato articolo 301 del codice penale, »offesa della nazione turca, dello stato della Repubblica di Turchia e delle istituzioni e degli organi dello stato”.
Secondo quanto riferito dai media turchi, sarebbero in corso indagini in almeno altre sei province. Così la polizia nella provincia settentrionale della Turchia di Bolu ha sequestrato computer di firmatari dell’appello. Secondo informazioni del quotidiano Hürriyet Daily News, solo a Istanbul si starebbe indagando contro circa 130 collaboratori di diverse scuole superiori. Inoltre diverse università hanno avviato provvedimenti disciplinari che arrivano fino al licenziamento.
Il presidente Erdogan in un intervento di mercoledì scorso aveva insultato i firmatari dell’appello come »traditori della patria« e »quinta colonna di potenze straniere« e chiesto: »Chi mangia il pane di questo stato, ma lo tradisce, va punito.« In nessuno paese »il sostegno o la collaborazione con un’organizzazione terroristica« sarebbe considerata libertà di opinione, così il Ministro degli Esteri Mevlüt Cavusoglu del partito islamico-nazionalista AKP, ha giustificato i procedimenti contro gli accademici di venerdì per la loro presunta vicinanza al PKK.
I firmatari dell’appello per la pace sono »la coscienza del paese«, ha invece dichiarato il presidente del Partito Democratico dei Popoli (HDP) filo-curdo, Selahattin Demirtas. Il modo di procedere dell’autorità giudiziaria, che avrebbe considerato la dichiarazione di Erdogan come un ordine, starebbe nuovamente danneggiando la reputazione della democrazia turca, così il kemalista e socialdemocratico Partito Repubblicano del Popolo (CHP). Anche l’ambasciatore USA ad Ankara, John Bass, ha detto che la critica alla politica del governo non può essere equiparata al tradimento. Il numero di firmatari dell’appello per la pace venerdì è salito a oltre 2.000.
http://www.retekurdistan.it/2016/01/appello-per-la-pace-come-reato-penale/
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