La pressione abitativa cresce, la città solidale risponde: in movimento per un’altra città
Giovedì 3 luglio, a Milano andrà in scena la puntata pilota di una mobilitazione che non ha nessuna intenzione di fermarsi dopo questo primo appuntamento di mezza estate. Dal mese scorso è nata un’assemblea metropolitana, convocata in maniera congiunta dal Sicet Milano e dall’Unione Inquilino Milano, due dei principali sindacati inquilini attivi in città, che ha richiamato alla partecipazione e al confronto tutte le forze politiche e sociali presenti a Milano sul tema del diritto all’abitare.
Al comitato promotore della manifestazione hanno aderito diversi comitati inquilini e di quartiere, associazioni civiche, studenti, spazi sociali, movimenti, reti territoriali, coordinamenti cittadini e partiti. Lo scopo è di tornare a prendere parola sul diritto alla casa e alla città, contro sfratti, speculazioni e caro affitti (+40% negli ultimi 10 anni) per provare a trovare soluzioni alla precarietà abitativa: un fenomeno sempre più diffuso e una condizione generalizzata, che non riguarda soltanto il centro storico e i quartieri residenziali ma anche le zone più periferiche dell’area metropolitana e che ormai inizia a colpire duro anche nell’hinterland. Una delle dimensioni sulle quali l’alleanza proverà ad interferire è sicuramente quella del prossimo, Piano di Governo del Territorio, lo strumento di pianificazione urbanistica attraverso il quale l’amministrazione comunale regolerà e determinerà le prossime linee guida in materia di sviluppo urbano.
Il corteo del 3 luglio, partirà da Piazzale Lodi alle 18.30 (con concentramento previsto dalle 18) per dirigersi verso Corso Lodi, in direzione Brenta, attraversando il quartiere di Corvetto, in un percorso a tappe che toccherà dei luoghi simbolici della zona e per la città:, lo Scalo Romano alla partenza, sede del Villaggio Olimpico durante l’edizione dei giochi invernali di Milano-Cortina, l’occupazione abitativa della Rete Ci Siamo a Brenta, il dormitorio di viale Ortles e gli uffici comunali di Via Sile. Questo corteo nasce dalla volontà di unire le voci del dissenso, che a più riprese in città si sono sollevate in diverse battaglie, dallo stadio San Siro al Salva Milano, dai presidi antisfratto nei quartieri al progetto di riqualificazione di Loreto, voci unite dalla critica al modello di città vetrina esclusiva ed escludente, ereditato da Expo.
L’obiettivo di questa iniziativa è quello di provare a spostare i margini del discorso per trovare soluzioni all’emergenza abitativa e ad avanzare proposte verso un nuovo paradigma di governance urbana. Milano non ha futuro senza l’apertura di spazi di condivisione e discussione democratica, senza la difesa del patrimonio residenziale pubblico e del welfare cittadino. Se non si prospettano garanzie di accessibilità, sostenibilità ambientale e di solidarietà sociale, la città si desertificherà nelle relazioni e nei desideri, trasformandosi in un luogo senza identità e di mero consumo di esperienze virtuali. Chi scenderà in piazza lo farà per affermare che non ha bisogno di tutto questo, visto anche che ormai la portata della crisi abitativa, sotto gli occhi di tutti, onnipresente nel racconto mainstream, che è arrivata a coinvolgere anche fasce di popolazione urbana insospettabile, dal ceto medio a molti professionisti.
Per questa ragione l’unico modo per riallacciare il dialogo sociale tra le parti, anche dal punto di vista dei sindacati, è arrivare ad un conflitto politico costruttivo, capace di porre la questione abitativa come questione sociale, in modo da porre con forza la violenza delle contraddizioni che hanno esplicitato tutti i limiti del modello Sala e la necessità di un notevole cambio di passo, in senso diametralmente opposto. Un nuovo movimento per il diritto all’abitare e alla città è nato e non ha nessuna intenzione di lasciare questa città alla mercé di turisti, palazzinari e nuovi e vecchi ricchi. In questo senso le lotte per il movimento per la casa di Barcellona sono un’ispirazione e un esempio da cui ripartire (nelle prassi e nelle sperimentazioni) per recuperare il terreno perso e reclamare casa per tutti e finalmente una nuova idea di città, più inclusiva e democratica.
Angelo Junior Avelli
* foto in copertina Gianfranco Candida
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