Racconto da Gaza. Di Haya Abu Nasser
Nel mezzo di un mese angosciante di conflitto incessante, persiste un barlume di speranza, promettendo sollievo da questo dolore implacabile. Sfidiamo categoricamente l’impulso di abbandonare il nostro tormento, legando fermamente le nostre anime e i nostri versi come se la nostra stessa esistenza dipendesse da esso. Siamo alle prese con il tumulto, stringendoci disperatamente ai fragili fili dei nostri sorrisi e della speranza, anche se affrontiamo una realtà insondabile che ci rode il cuore e riempie il nostro respiro di disperazione.
Nella nostra vulnerabilità, ci concediamo un momento di delicata gioia, guardando verso il lontano orizzonte di un cessate il fuoco. Siamo stanchi, stanchi nel profondo, alle prese con il peso di ripetuti tradimenti e delusioni strazianti. Sono loro che si impegnano in trattative insensibili, barattando con la nostra stessa linfa vitale, minando i sogni di anime innocenti e le aspirazioni dei bambini, infliggendo nel contempo un dolore incommensurabile.
Le nostre penne rimangono le nostre armi, le nostre lenti i nostri scudi e le nostre voci un appello incrollabile a difendere la sacralità della vita, estendendo la nostra difesa fino a comprendere il benessere degli animali. Rivolgiamo il nostro cuore a un appassionato appello alla coscienza dell’umanità, supplicandola di testimoniare gli atroci crimini commessi e costringendola a sollevarsi in difesa degli innocenti.
Per coloro che sono sparsi in tutto il mondo, sia che i vostri cuori risuonino di empatia, che le vostre sopracciglia si aggrottino per simpatia, o che il vostro giudizio cada in condanna, e per coloro che liquidano la nostra sofferenza come una semplice nota a piè di pagina nelle loro vite confortevoli mentre sorseggiano un caffè in indisturbata tranquillità: prenditi un momento per immaginare le nostre notti tormentate e le mattine strazianti in cui ci svegliamo, sepolti sotto il peso delle macerie. Evoca gli spettri più oscuri della perdita, della morte e della paura incessante e lascia che la sorgente delle emozioni sia nel tuo flusso.
Forse, se il nostro sangue piovesse dal cielo, l’attenzione degli attivisti per il cambiamento climatico si rivolgerebbe alle nostre agonie. Forse la crisi climatica pesa più sulle loro menti delle vite di due milioni di persone che subiscono una violenza insopportabile in un massacro senza fine, sostenuto dal silenzio della comunità globale. Lasciatemi conversare nel vostro linguaggio di umanitarismo condizionato! La scarsità d’acqua ci ha spinto a utilizzare utensili di plastica, anche se affrontiamo la morte a causa dell’acqua inquinata e della sete. Ciò non solo mina gli instancabili sforzi dei movimenti ambientalisti e del cambiamento climatico in tutto il mondo, ma sottolinea anche le misure disperate che dobbiamo intraprendere per sopravvivere.
Eppure, cosa assistiamo? L’Unione Europea e le agenzie delle Nazioni Unite stanziano ingenti somme alle nazioni del Terzo Mondo per nobili campagne di sensibilizzazione sull’ambiente e sul clima, distogliendo opportunamente l’attenzione dai veri colpevoli: l’insidioso complesso militare-industriale, l’inesorabile bombardamento di vite innocenti e la colossi industriali colossali che emettono carbonio e che rimangono indenni. Scelgono di attribuire la colpa ai più vulnerabili piuttosto che trovare il coraggio di affrontare le loro gravi trasgressioni.
In questa grande farsa, si adornano con le trappole dei salvatori, riversando milioni in campagne patinate mentre innocenti abitanti di Gaza languiscono sotto il peso di una violenza incessante, abbandonati dalle stesse istituzioni destinate a proteggerli. Le loro azioni tradiscono gli stessi ideali che affermano di sostenere, rendendo la loro bussola morale una mera illusione e i loro sforzi umanitari nient’altro che una cortina di fumo per la loro complicità nella sofferenza continua.
E ora, per crudele ironia, le nostre strade sono disseminate di residui di inquinamento mentre gli attacchi aerei israeliani prendono di mira senza pietà gli operatori sanitari e utilizzano armi proibite a livello internazionale e bombe al fosforo bianco, per non parlare di come siamo lasciati a soffrire di malattie causate dall’accumulo di rifiuti in rifugi sovraffollati. È un mondo esasperante e senza cuore, dove l’umanità può essere comprata e manipolata dagli interessi politici e dalla ricchezza, il tutto mentre vengono scanditi slogan senza senso sulla fine della povertà e della sofferenza. Difendi ora le vere violazioni dei diritti umani e chiedi un cessate il fuoco contro la vera fonte delle azioni barbare e della distruzione globale. Questo mondo è l’incarnazione dell’ipocrisia, una vergogna per il concetto stesso di giustizia!
[Haya Abu Nasser, dalla Palestina, Striscia di Gaza]
Traduzione a cura di Gaza FREEstyle
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