Resistenza climatica! Il ritorno in piazza di Fridays For Future

Mobilitazioni in molte città, migliaia in piazza a Milano.

L’ultima mobilitazione di piazza di massa del movimento per la giustizia climatica era stata a inizio marzo. Oggi, con numeri simili, studentesse e studenti sono nuovamente tornati ad attraversare le strade della nostra metropoli. In mezzo ci sono stati i disastri di questa estate caratterizzata da incendi e uragani, uno dei quali ha colpito proprio Milano con danni gravissimi nella notte del 25 luglio.

Se da un lato è vero che Fridays For Future non ha più la dirompenza numerica degli inizi è altrettanto vero che, dopo quasi cinque anni, il movimento contro il collasso climatico dimostra una persistenza notevole, capace di andare oltre sfide terribili come la grande pandemia e la guerra. In aggiunta a ciò è evidente come le manifestazioni che un tempo si guadagnavano le prime pagine dei giornali siano via via scivolate verso le pagine interne come se il disastro ambientale, per i media mainstream, fosse una questione di moda e di like.

Nella capitale italiana del greenwashing con un modello che evidenza sempre più vasti segnali di crisi come le gigantesche contradizioni sollevate dalle Olimpiadi del 2026 con lo sperpero di risorse che potrebbero essere utilizzate meglio per il bene di una cittadinanza morsa da carovita e caro affitti e dall’insubordinazione costante del mondo su pedali della città dopo i continui incidenti mortali che hanno caratterizzato questo 2023, gli spezzoni delle diverse scuole, dopo essersi mossi da diversi preconcentramenti sono confluiti su largo Cairoli dove il corteo si è mosso.

Dopo essere transitati davanti al Comune, bersaglio di numerose critiche, i manifestanti hanno proseguito per piazza Cavour e Repubblica raggiungendo poi quello che è diventato il finale quasi abituale delle manifestazioni milanesi di Fridays For Future ovvero il complesso di Porta Nuova che, dal punto di vista simbolico, racchiude tantissimi degli elementi più critici della Milano dell’ultimo quindicennio: dalla speculazione edilizia alla gentrificazione per arrivare alla progressiva privatizzazione di ogni ambito della vita sociale. Non è un caso che ad essere sanzionata sia stata la sede di Coima, il colosso immobiliare che muove quasi tutti i fili della selvaggia politica immobiliare della metropoli.

Insomma, ancora una volta chi scommetteva sulla crisi finale del movimento per la giustizia climatica è stato smentito.

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