3 marzo ’23, il ritorno in piazza di Fridays For Future

5.000 in piazza la mattina e blitz alla sede del CONI nel pomeriggio.

E’ stata una giornata molto densa quella che ieri ha visto il ritorno nelle piazze di Fridays For Future, il movimento che lotta per la giustizia climatica.

L’ultima grande piazza sul clima a Milano era stata sei mesi fa, il 23 settembre, due giorni prima delle elezioni politiche che ci avrebbero “regalato” il Governo Meloni. Quel giorno circa 10.000 studenti e studentesse avevano attraversato le strade della città rendendo omaggio ai tre ragazzi morti di Alternanza Scuola-Lavoro durante l’anno passato e i cui nomi è sempre importante tenere a mente: Lorenzo, Giuseppe e Giuliano. Nel frattempo le lotte contro la catastrofe climatica sono andate avanti e sono tornate sulle prime pagine dei giornali con il blitz di inizio anno al Senato di Ultima Generazione. Poi, momento estremamente importante, la “battaglia” di Lutzerath, in Germania dove migliaia e migliaia di persone si sono opposte alla riapertura di una miniera di carbone mettendo in campo pratiche molto diverse tra loro, ma tutte altrettanto legittime.

La mattinata di ieri ha dunque visto le strade del centro della metropoli attraversate da un lungo serpentone di giovani e giovanissimi guidati dagli ormai immancabili risciò amplificati e da uno striscione con la scritta perentoria: “Tomorrow is too late”.

Momento politicamente significativo il passaggio in piazza della Scala, sotto il Comune di Milano che è stato duramente criticato in diversi interventi e definito come vero e proprio “paradiso del greenwashing”. Durante il passaggio in via dei Giardini, mentre la manifestazione dirigeva verso piazza Cavour sono stati invece esposti due grandi striscioni che recitavano: “No ENI in uni” e “Liberiamo i saperi dal fossile” in aperta opposizione allo strapotere della multinazionale italiane all’interno del mondo della formazione.

Momento di tensione finale davanti al grattacielo Pirelli dove il tentativo di attiviste e attivisti di scavalcare i cancelli per consegnare alla Regione una lettera molto dura sullo stato terrificante in cui versa il trasporto pubblico lombardo è stata muscolarmente contenuta dall’intervento delle Forze dell’Ordine. E’ stato quindi esposto uno striscione con la scritta: “Trasporto pubblico ad un binario morto”.

Ma la giornata non era finita.

Nel pomeriggio c’è stato invece un blitz alla sede del CONI in opposizione all’ennessimo maxievento previsto per il 2026: le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina. A seguito dell’azione Fridays For Future ha rivendicato il significato del gesto così:

“Oggi, in occasione dello sciopero globale per la giustizia climatica, siamo andati alla sede del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) per portare le nostre richieste al presidente Malagò e al tutto il Comitato Olimpico riguardo le olimpiadi invernali Milano Cortina del 2026.

e nostre richieste:

NO GREENWASHING E SPONSOR FOSSILI: rifiutare tutte le sponsorizzazioni e partnership con le compagnie che traggono profitto dai combustibili fossili.

NO CONSUMO DI SUOLO: evitare la costruzione di qualsiasi nuova infrastruttura e riutilizzare gli impianti già esistenti in molte parti delle Alpi

COMITATO INDIPENDENTE DI VALUTAZIONE IMPATTO AMBIENTALE: che si costituisca un’authority indipendente dal parere vincolante che valuti l’impatto ambientale complessivo dell’evento”.

A conclusione della giornata si può sicuramente portare a casa la certezza che il movimento per la giustizia climatica, pur tra gli alti e bassi lagati alla fase storica tremenda che stiamo vivendo fatta di pandemia e guerra, sta dimostrando doti di resistenza notevoli e una base ormai molto solida e radicata. Staremo a vedere nei prossimi mesi che forme prenderà la battaglia per il clima e il livello di conflitto Fridays For Future riuscirà a dispiegare.

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