Books NOT Bombs
Venerdì 20 giugno sarà sciopero generale per Gaza. All’interno della manifestazione milanese (piazza Santo Stefano, ore 9.30) lo spezzone di lavoratrici e lavoratori della filiera del libro sarà riconoscibile dietro lo striscione comune BOOKS NOT BOMBS e dal volantinaggio di questo testo.
Cosa cela un libro? Testi, immagini, indice, apparati. Cos’altro? O meglio chi altri? Grafiche, editor, libraie, bibliotecari, stampatori e non solo. I libri sono un prodotto commerciale e a un tempo uno scrigno culturale dal potenziale trasformativo. Questa natura bifronte colloca chi li lavora in uno spazio ambiguo fatto di orgoglio e potenziale ricatto da parte di un’industria culturale sempre più concentrata, aggressiva ed estrattiva.
Nelle pieghe di questo comparto ci persone che rivendicano diritti e un lavoro degno senza chiudere gli occhi su ciò che le circonda. Persone che pensano che (alcun)i libri siano armi d’istruzione di massa.
Dalle librerie indipendenti e da chi lotta in quelle di catena, dalle case editrici più sensibili e dalle/dai professionisti che per i grandi editori producono i libri stessi, passando per le biblioteche dei vostri quartieri serpeggia una voce di resistenza, complicità e solidarietà che non riguarda “solo” la condizione di chi lavora con i libri ma fa i conti col genocidio a Gaza.
La guerra annichilisce la vita, strazia i corpi, nega presente e futuro, soffoca ogni spazio di agibilità politica e culturale. La guerra non è fatta di soli ordigni. L’economia di guerra drena risorse alle politiche pubbliche, alle aspirazioni di ciascun*, e lo fa oggi in nome di chi invade, assimila, segrega, conquista. Adattarsi al quotidiano massacro sta già distruggendo anche noi, le persone che siamo, le cose che facciamo. Oggi incrociamo le braccia perché lottare per l’autodeterminazione della Palestina è un buon modo per rivendicare anche la nostra.
librai* – bibliotecari* – freelance dei libri
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