Denunce agli antirazzisti e antirazziste per la carovana NoBorder del 2016
Sei denunce per le cariche in via San Vittore del 12 luglio 2016.
A cinque anni dai fatti, in questi giorni agostani, alcuni attivisti e attiviste antirazziste si stanno vedendo recapitare le conclusioni di indagine da parte della Procura di Milano che ipotizza il reato di resistenza a pubblico ufficiale aggravata in concorso.
Facciamo qualche passo indietro andando a ricordare qual era il clima nell’Italia del 2016 a proposito del tema delle migrazioni.
Tantissimi erano i fronti aperti sul territorio nazionale in una fase di massicci sbarchi.
C’erano le battaglie ai confini per chiedere il diritto di transito sia a Ventimiglia che a Como-Chiasso con annessa caccia all’uomo ai solidali nella città ligure proprio nell’agosto di quell’anno.
C’erano state ripetute mobilitazioni al confine del Brennero anche con momenti di scontro.
Poche settimane prima, a Fermo, nelle Marche, Emmanuel Chidi Nnamdi era stato ucciso da Amedeo Mancini, un ultras di destra, dopo essere intervenuto a difesa della moglie insultata da quest’ultimo con epiteti razzisti. Per questa tragica vicenda l’assassino se la caverà con un patteggiamento in primo grado e una condanna a 4 anni.
Nell’autunno, dopo i veri e propri pogrom razzisti di Goro e Gorino a Milano sarebbe stata combattuta la “battaglia” della Caserma Montello identificata come centro di accoglienza provvisorio per migranti e sulla quale la destra milanese aveva puntato per costruire una battaglia xenofoba simile a tante altre messe in piedi in mezza Italia, ma sonoramente sconfitta dall’intervento in massa di antirazziste e antirazzisti milanesi.
In questo quadro andava a inserirsi su binari che si sarebbero incontrati in via San Vittore la visita in città dell’allora Presidente del Consiglio Renzi e il passaggio a Milano della Carovana NoBorder diretta al campeggio antirazzista di Salonicco.
Renzi, ancora tronfio dei risultati delle elezioni europee del 2014 era venuto in città a incontrare il neo-eletto Sindaco Sala. Le avvisaglie del crollo della sua popolarità erano però già chiare con le sconfitte alle comunali di Roma e Torino ad opera dei 5Stelle. Il tracollo sarebbe arrivato di lì ad alcuni mesi con la batosta al referendum costituzionale del dicembre 2016 che avrebbe costretto Renzi alle dimissioni e che lui, in quell’estate era ancora convinto di vincere.
Proprio in quel tornante a metà del decennio la destra sovranista iniziava la forsennata campagna xenofoba sulla presunta “invasione” del nostro paese da parte dei migranti e sul “Prima gli Italiani!” che avrebbe portato, soprattutto la Lega di Salvini, agli clamorosi risultati delle politiche del 2018 e delle europee del 2019. Una destra sovranista ancora fortissima e che su quel tema, pur posto in secondo piano della pandemia, continua a lucrare in termini di consensi. Inseguita su quel terreno dalla sinistra isituzionale e dai suoi Minniti di turno.
A opporsi dal basso a questo scenario fosco e lugubre, ancora una volta, gli antirazzisti e le antirazziste che caratterizzavano quella giornata con una mobilitazione diffusa su tutto il territorio milanese. Mobilitazione che terminava per l’appunto in via San Vittore sotto i manganelli dei Carabinieri che provocavano anche due feriti.
Ora, come dicevamo all’inizio, a cinque anni dai fatti, viene presentato il conto in un processo che rischia di essere in tutto e per tutto simile a quello per la contestazione all’allora Ministra dell’Istruzione Giannini in Bicocca nel 2015, un processo in cui gli imputati e le imputate sono stati assolti per l’inconsistenza delle accuse.
Staremo a vedere.
Nel frattempo la Redazione di MiM esprime solidarietà a tutti i denunciati e le denunciate.
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