«Fuori la guerra dalla Sapienza»: studenti caricati dalla Polizia

La Polizia ha caricato il corteo degli studenti della Sapienza di Roma, in mobilitazione da settimane, come in altri atenei, contro gli accordi di ricerca tra università e industria bellica e per la cessazione di ogni bando che preveda collaborazioni con Israele. Erano con le braccia alzate, sono volati i manganelli come a Pisa, Napoli, Milano. È la risposta a ogni protesta a cui segue immancabile l’accusa della maggioranza, ieri ci ha pensato direttamente Meloni: «Piena condanna per le violenze a Roma. Devastazioni, aggressioni, scontri, assalti a un Rettorato e a un Commissariato, con un dirigente preso a pugni. Questo è delinquere». Dal corteo replicano: «È stata la Polizia a caricarci».

La giornata, iniziata con due ragazze incatenate ai cancelli del Rettorato, si è conclusa con due arresti (uno per danneggiamento di un’auto della Polizia, l’altro per aggressione a un agente), diversi feriti e la reazione dei ministri Piantedosi e Bernini, che, con tutto il centrodestra, incluso il Presidente del Senato La Russa e Renzi, parlano di «vergogna».

I due arrestati, un ragazzo e una ragazza, saranno processati per direttissima stamattina. La mobilitazione dei collettivi era cominciata già lunedì, quando si sono accampati con le tende dentro la città universitaria e si è conclusa con il tentativo di entrare nella sede dopo la decisione del Senato Accademico sulla proposta di sospendere la cooperazione scientifica con un paese in guerra.

Un documento cauto, eccessivamente cerchiobottista, secondo studenti, docenti, ricercatori e personale amministrativo che hanno manifestato ieri. Il testo esprime «dolore e orrore per l’escalation militare e per la conseguente crisi umanitaria in corso in Palestina» e ribadisce il no a qualunque forma di boicottaggio della collaborazione scientifica. La Sapienza, si legge, «rifiuta l’idea che il boicottaggio della collaborazione scientifica, la rinuncia alla libertà della didattica e della ricerca, e la negazione delle responsabilità di ogni singolo ricercatore, possano favorire la pace».

Il corteo, circa 300 persone, ha accusato la Rettrice Antonella Polimeni di non volere un vero confronto e di non essersi dimessa dalla fondazione Med’Or. I manifestanti hanno chiesto di discutere l’appello firmato da 2.500 tra studenti, ricercatori, amministrativi e 150 docenti dell’ateneo con il quale si chiedeva la sospensione degli accordi con gli atenei israeliani. «Chiediamo la sospensione, non la cancellazione, di questi accordi – hanno spiegato dal coordinamento Sapienza for Palestine – e rimandiamo al mittente qualunque idea di razzismo e antisemitismo».

Già a Torino, alla Normale di Pisa e a Bari, il Senato accademico ha deliberato la non adesione al contestato bando del Ministero degli Esteri con gli atenei israeliani mentre la Statale di Milano ha sospeso l’accordo di collaborazione con l’università israeliana di Ariel, in Cisgiordania. Dopo qualche momento di tensione davanti al Rettorato, gli studenti hanno lasciato la città universitaria per dirigersi verso il commissariato di San Lorenzo ma, secondo quanto raccontano, sarebbero stati bloccati a viale Regina Elena dalla Polizia.

«Il Senato accademico delibera condannando il massacro e chiedendo il cessate il fuoco, ma è solo per pulirsi la coscienza, neanche una parola sugli accordi, nessuna intenzione di interrompere la complicità con il genocidio – ha scritto in serata sui social il coordinamento dei collettivi – La risposta alle nostre richieste è vergognosa e sono vergognose le cariche della Polizia, l’ateneo è disposto a caricare i propri studenti piuttosto che ascoltare le istanze di migliaia tra studenti, ricercatori e docenti».

La Conferenza dei rettori (Crui) ha comunicato di aver accolto «con seria preoccupazione le notizie di nuovi scontri alla Sapienza». «La violenza non è mai accettabile – ha detto Giovanna Iannantuoni, presidente della Crui – Irricevibile quando tenta di forzare una decisione assunta democraticamente da un organo dell’università». Oggi si terrà un presidio davanti al tribunale di Piazzale Clodio in solidarietà con i due ragazzi arrestati.

di Luciana Cimino (con la collaborazione di Silvia Scipioni)

da il Manifesto del 17 aprile 2024

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