Los Angeles si rivolta contro la Polizia anti-immigrazione

Un’operazione federale di Polizia anti-migranti scatena una risposta di piazza e una repressione violenta. L’America di Trump continua a usare paura e forza per governare. Ma la città risponde. Di oggi la notizia dell’invio della Guardia Nazionale.

Ieri in pieno giorno, agenti federali hanno condotto una serie di retate nei quartieri popolari di Los Angeles. Decine di persone sono state fermate per strada, nei luoghi di lavoro, nei magazzini. L’operazione, parte della più ampia campagna dell’amministrazione Trump contro la cosiddetta immigrazione irregolare, si è svolta senza comunicazioni preventive né informazioni pubbliche.

Nel corso della giornata, le immagini degli arresti hanno rapidamente alimentato la protesta. Centinaia di persone si sono radunate in serata davanti al tribunale federale e in prossimità del carcere dove si sospetta siano detenute alcune delle persone arrestate. Le manifestazioni, pacifiche nelle prime fasi, hanno espresso un rifiuto delle politiche di deportazione e del ruolo svolto dall’ICE.

La risposta delle autorità non si è fatta attendere. La polizia di Los Angeles ha schierato reparti in assetto antisommossa, utilizzando gas lacrimogeni, spray urticante e granate stordenti per disperdere i manifestanti.

Le forze dell’ordine hanno dichiarato l’assembramento “illegale”, avvertendo che chiunque fosse rimasto sul posto sarebbe stato passibile di arresto.A Los Angeles si è vista una frattura netta: da un lato le agenzie federali che operano con logiche militari, dall’altro cittadini e organizzazioni che provano a resistere. Le proteste potrebbero continuare. Intanto, decine di persone sono ancora detenute. E la questione resta aperta.

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