Devastazione e saccheggio – I processi
In questo secondo capitolo della serie di articoli dedicati all’approfondimento del reato di devastazione e saccheggio faremo un “excursus storico” sui processi per vicende legate a manifestazioni di piazza (oltre al Primo Maggio NoExpo) in cui è stato contestato l’articolo 419 del Codice Penale. Altro campo d’applicazione e sperimentazione del reato, a tutti gli effetti “parallelo” al mondo della militanza politica è invece quello legato alle tifoserie calcistiche. Anche in questo caso, l’articolo 419 ha iniziato ad essere utilizzato con sempre maggior frequenza. Solo per citare i casi più noti, devastazione e saccheggio è stato contestato per il derby Avellino-Napoli del 20 Settembre 2003 in cui trovò la morte il tifoso partenopeo Sergio Ercolano, nel derby Roma-Lazio del 21 Marzo 2004 (il celebre “derby del bambino morto”) e per i fatti di Roma della notte dell’11 Novembre 2007 seguiti all’omicidio del tifoso laziale Gabriele Sandri “Gabbo” per mano di un agente di Polizia. Ma torniamo alle vicende di piazza.
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Il 4 Aprile del 1998 si tiene a Torino un corteo nazionale in seguito alla morte di “Baleno”, Edoardo Massari, detenuto insieme a Maria Soledad Rosas “Sole” e Silvano Pellissero nel quadro di un’inchiesta della Procura di Torino su una fantomatica associazione eco-terrorista attiva in Val Susa contro il TAV. Il 28 Marzo si diffonde la notizia del suicidio di Baleno nel carcere delle Vallette. Alla manifestazione del 4 Aprile partecipano 10 mila persone. 8 compagni vengono denunciati per devastazione per la sassaiola contro il nuovo Palazzo di Giustizia di Torino ai tempi in costruzione. Nel 2004 la Cassazione ha confermato le condanne per 6 di questi cambiando il reato in danneggiamento aggravato.
Circa 40 le identificazioni compiute dalle Forze dell’Ordine nelle indagini seguite ai fatti del G8 di Genova del Luglio 2001. 23 misure cautelari con l’operazione di Polizia del 2 Dicembre 2002. 25 persone rinviate a giudizio con dibattimento iniziato il 2 Marzo 2004. Tutti gli imputati vengono accusati di devastazione e saccheggio: sia per le vicende legate agli scontri di Via Tolemaide che per le vicende legate al cosiddetto “Blocco Nero” nel suo percorso da Piazza Paolo da Novi fino al carcere di Marassi nella giornata del 20 Luglio che per gli scontri in zona Foce nella giornata del 21 Luglio 2001. In primo grado 10 condanne per devastazione e 15 derubricazioni per le persone che parteciparono agli scontri di Via Tolemaide (corteo della Disobbedienza) dove la reazione dei manifestanti alla carica immotivata al corteo da parte del Battaglione Lombardia dei Carabinieri venne ritenuta legittima. In appello pene aumentate per i primi 10 imputati. Prescritti tutti gli altri. In Cassazione, il 13 Luglio 2012, 5 condanne definitive e 5 posizioni rimandate in appello per valutare il peso dell’aver agito in preda alla “suggestione della folla in tumulto”. Il 13 Novembre 2013 ribadite in appello, dopo il rinvio della Cassazione, le 5 condanne, 4 di queste con la concessione delle attenuanti e dunque la pena diminuita. Marina Cugnaschi e Francesco Puglisi allo stato attuale detenuti. Alberto Funaro è uscito dal carcere.
Manifestazione antifascista per opporsi al corteo della Fiamma Tricolore a Milano a pochi giorni dall’anniversario dell’omicidio di Davide Cesare “Dax”. In seguito alle cariche delle Forze dell’Ordine vengono fermate in piazza 45 persone. 34 arresti convalidati dai Gip. 25 persone detenute tra San Vittore e Bollate fino all’inizio del processo il 10 Luglio 2006. 29 imputati a processo con rito abbreviato. 18 condanne a 4 anni per devastazione e saccheggio con abbreviato. 9 assoluzioni. 2 condanne per reati minori. La Cassazione, nel 2009, conferma 16 condanne a 4 anni. Per questo reato è la prima sentenza ad andare definitiva da anni. Su queste condanne (come su quelle del G8 di Genova) interviene parzialmente (con uno sconto di 3 anni di pena) l’indulto approvato dal Parlamento italiano nell’Estate del 2006. Indulto nel quale viene inserito il reato di devastazione e saccheggio.
Il 15 Ottobre 2011 300.000 persone sfilano contro le politiche d’austerità. Violenti incidenti scoppiano a conclusione del corteo in Piazza San Giovanni. Ricostruire l’intera vicenda giudiziaria legata ai fatti di quel giorno è estremamente complicata perché suddivisa in un rivolo di procedimenti. Questa una ricostruzione “di massima” ordinata in modo cronologico:
Dei molti fermi della giornata 12 vengono tramutati in arresto.
Il 17 Ottobre avviene una prima tornata di perquisizioni in tutta Italia.
* Il 18 Ottobre 2011 viene arrestato un ragazzo accusato di aver lanciato un estintore contro le Forze dell’Ordine. Viene condannato a 3 anni per resistenza aggravata con procedimento con rito abbreviato nel Giugno 2012. L’accusa di devastazione non viene ritenuta fondata.
* Il 27 Ottobre 2011 viene arrestato un giovane riconosciuto da un carabinieri per una foto comparsa su “Il Giornale”. Condanna di 5 anni per devastazione in primo grado (27/10/2011), confermata in Appello (10/10/2013), ma annullata in Cassazione con rinvio in Appello (6/5/2014). Assoluzione definitiva in Appello nel Marzo 2015.
* Il 20 Aprile 2012 la Procura di Roma emette 13 misure cautelari per i fatti del 15 Ottobre.
* 22 Novembre 2012, eseguiti altri 5 arresti per la stessa vicenda.
* 7 Gennaio 2013 6 persone vengono condannate a 6 anni di reclusione con rito abbreviato per devastazione e saccheggio per la vicenda dell’assalto al blindato dei Carabinieri durante le cariche in Piazza San Giovanni il pomeriggio del 15 Ottobre. Il 7 Febbraio 2015 1 assoluzione e 5 condanne nel processo d’Appello. Il 7 Giugno 2015 3 condanne diventano definitive in Cassazione. Davide Rosci condannato a 6 anni. Mauro Gentile a 5 anni e Cristian Quattraccioni a 4 anni e 8 mesi. Rinviata in appello la posizione di Marco Moscardelli.
* 5 Aprile 2013, si apre a Roma un nuovo processo con rito ordinario per i fatti del 15 Ottobre. I reati più gravi contestati sono devastazione e saccheggio e tentato omicidio (per l’assalto al blindato dei Carabinieri). 18 persone rinviate a giudizio e 7 prosciolte.
Nel processo ai 18 (poi diventati 17 per la tragica scomparsa di uno degli imputati) il pubblico ministero ha chiesto la riqualificazione dei reati. Il 27 Giungo si apre il processo. Alcuni degli imputati, già processati per resistenza sono dunque accusati di devastazione.
Il 24 Settembre 2015 il pm Francesco Minisci chiede condanne a 115 anni per 17 imputati. Si va dai 3 agli 11 anni.
Il 24 Gennaio 2015 a seguito del tentato omicidio di Emilio Visigalli del centro sociale Dordoni da parte di alcuni neofascisti di Casa Pound si svolge a Cremona un corteo antifascista che vede la partecipazione di 10.000 persone. Incidenti (con fittissimo lancio di lacrimogeni) scoppiano quando i manifestanti tentano di raggiungere la sede di Casa Pound. Le indagini della Questura e della Procura di Cremona sui fatti portano a tre 3 operazioni distinte. Contestato il reato di devastazione e saccheggio nonostante i danneggiamenti durante il corteo siano stati molto limitati. Il 31 Marzo avvengono 2 arresti. L’11 Giugno altri 2 arresti. Il 20 Ottobre vengono emesse 4 misure cautelari e 3 denunce a piede libero. Il 21 Gennaio viene emessa la sentenza di primo grado con rito abbreviato per i primi quattro arrestati con condanne a 4 anni per l’articolo 419 del Codice Penale.
Negli anni 2000 il reato è stato contestato anche altre volte per episodi “minori” tra cui si possono citare uno scontro tra antifascisti e bonehead a Milano nell’Aprile 2003 a poche settimane dall’omicidio di Davide Cesare “Dax” e un corteo antifascista a Torino nel Giugno 2005 a seguito di un’assalto nazista a colpi di lame al Barrocchio occupato. Questo senza però mai sortire condanne definitive. Nel Marzo 2014 il reato è stato contestato nella conclusione di indagini a 19 studenti in relazione ad episodi assolutamente marginali accaduti alla Statale di Milano durante il movimento dell’Onda studentesca dell’Autunno 2008.
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