Milano, in città il più grande corteo per la Palestina degli ultimi decenni
20.000?
30.000?
C’è chi azzarda 50.000.
Difficile dire quante persone abbiano sfilato a Milano in questo pomeriggio freddo e piovoso di fine febbraio in solidarietà col popolo palestinese.
Un dato però è certo.
Si tratta della più grande mobilitazione per la Palestina degli ultimi decenni nella nostra metropoli. Lo dice chi ha partecipato sia alle mobilitazioni contro l’Operazione Piombo Fuso del 2008 che quelle in sostegno della Seconda Intifada nei primi anni Duemila.
Che la mobilitazione di oggi fosse molto grossa lo si capiva già alle 14,30, l’orario ufficiale di partenza del corteo quando la testa già si era posizionata su via Andrea Doria e piazzale Loreto ospitava già un nutrito numero di persone.
Il dato è diventato chiaro quando, una volta partita la manifestazione, mentre la testa era in Stazione Centrale la coda era ancora in Loreto.
Il tutto nonostante la pioggia copiosa caduta durante il pomeriggio.
Una piazza fittissima, quella milanese, piena di spezzoni e con un protagonismo giovanile molto forte oltre a quello a cui ci ha abituato la comunità palestinese capace di scendere in piazza senza soluzione di continuità per venti settimane di seguito.
Alta anche la partecipazione spontanea al di fuori delle strutture organizzate messa probabilmente in moto anche dalle vergognose immagini giunte da Pisa nella giornata di ieri.
Qualcuno parlerà di qualche bandiera bruciata o di qualche vetrina rotta, ma il dato politico vero di questo 24 febbraio 2024 è che, in Italia, oltre alla classe politica e i media mainstream (dalla RAI coi suoi comunicati di regime fino a Repubblica) appiattiti nella difesa acritica di Israele c’è una parte consistente della società schierata col popolo palestinese per la quale i 30.000 morti di Gaza sono una tragedia con cui fare i conti quotidianamente senza volerla rimuovere dalla propria coscienza per pavidità e conformismo.
Mentre le trattative a livello internazionale sembrano in fase di stallo, mentre all’ONU i veti incrociati bloccano qualsiasi risoluzione, mentre gli Stati Uniti a parte vuoti e insignificanti distinguo continuano a sostenere Israele senza se e senza ma, mentre l’offensiva su Rafah sembra sempre più imminente, per alcune ore, questo pomeriggio, molti si sono sentiti meno soli.
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Si doveva esserci è troppo vergognoso ciò che Israele sta facendo