Quando la piazza fa il botto: 150.000 contro il Decreto Sicurezza

Ieri manifestazione nazionale a Roma contro la misura liberticida del Governo Meloni.

La settimana di opposizione al Decreto Sicurezza iniziata con le cariche della Polizia nei pressi di piazza Barberini lunedì 26 maggio è terminata ieri a Roma con una grande manifestazione che ha visto sfilare per le strade della capitale circa 150.000 persone. Chi, anche tra coloro che in questi mesi hanno organizzato sui territori la lotta contro il DDL 1660, si aspettava una manifestazione con meno partecipanti rispetto a quella del 14 dicembre, una manifestazione insomma di “ceto militante” e “addetti ai lavori” ha nettamente sbagliato previsioni. Quella di ieri è stata una vera e propria piazza di popolo, caratterizzata da un’ampia presenza giovanile e da un età media molto bassa. Tra le tante ragioni che possono giustificare una partecipazione così alta va sicuramente messo l’impegno del mondo antiproibizionista pesantemente colpito dagli elementi ideologici contro la cannabis del decreto fortemente voluto dalla destra.

A fronte di un indubbio successo politico, la “resa mediatica” della giornata di ieri sui media mainstream non è stata delle migliori. La manifestazione che ha riempito Roma ieri pomeriggio è finita piuttosto in basso nelle varie homepage dei principali siti di informazione stretto tra svariati articoli sull’imminente finale di Champions League e notizie sul Roland Garros e il Giro d’Italia. Questo come ulteriore testimonianza (se ancora ce ne fosse bisogno!) dello stato comatoso (e servile) in cui versa il giornalismo italiano.

Il Governo Meloni, con questo decreto che, a meno di sorprese, nel giro di qualche giorno dovrebbe essere approvato in modo definitivo al Senato, ha fatto un ulteriore passo nel cavalcare quello che, da fine anni Novanta, è l’asso pigliatutto valido per ogni stagione in mano alla destra ovvero il presunto “allarme sicurezza”. Il tutto senza che la sinistra, in questi quasi trent’anni di martellamento mediatico e ideologico, sia riuscita a mettere in campo uno straccio di narrazione alternativa. Anzi! Spesso i governi di centrosinistra sono stati più realisti del re aprendo i varchi in cui poi la destra è dilagata. Come dimenticare infatti, tanto per fare un nome, il lascito terrificante del pessimo Minniti?

Gli eredi politici del Movimento Sociale Italiano con questa legge vanno a colpire sistematicamente tutte quelle figure devianti che turbano i sonni del loro elettorato impaurito e forcaiolo: gli immancabili centri sociali, gli attivisti e attiviste per la giustizia climatica, i detenuti che si ribellano contro lo stato indecente delle nostra carceri, i lavoratori della logistica coi loro blocchi dei magazzini, i giovani che hanno investito nel commercio della cannabis light e ovviamente gli immancabili migranti. Mancano solo le femministe, ma non ci stupiremmo se nei prossimi mesi Meloni&soci fossero capaci di inventarsi qualche nuova bestialità legislativa per colpire anche loro…

Chiudiamo con la principale nota positiva emersa nella giornata di ieri: un’ampia disponibilità di parte della società a combattere questo decreto con parole d’ordine radicali. Un decreto che andrà combattuto non solo nelle strade e nelle piazze, ma anche nelle aule di tribunale.

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