Statale, Rettorato occupato in solidarietà con il popolo palestinese

Questo pomeriggio studentesse e studenti solidali col popolo palestinese hanno occupato il Rettorato dell’Università Statale di Milano per chiedere alle autorità accademiche una presa di posizione sul massacro in corso a Gaza.
Il blitz di oggi è avvenuto dopo che il Senato Accademico previsto per domani è stato furbescamente e ignavamente spostato online al solo scopo di evitare contestazioni.

Questo il comunicato:

Oggi come student* dell’Università Statale di Milano scegliamo di denunciare chi chiude gli occhi davanti al genocidio in corso a Gaza. Non possiamo più tollerare che l’amministrazione di questa università non prenda posizione riguardo al massacro senza precedenti del popolo palestinese, che fa seguito a 75 anni di politiche di occupazione, apartheid e pulizia etnica, popolazione che viene costantemente minata da tentativi di rimozione dalla memoria e dallo scenario globale.

Ci poniamo in continuità con le mobilitazioni dell* student* di numerose altre città italiane che sono riuscit* a costruire le condizioni per un dialogo democratico con il Rettore e l’amministrazione universitaria, che si è poi tradotto in un’espressione di solidarietà al popolo palestinese e a una rottura degli accordi con le università israeliane.
La governance della nostra università si è rifiutata di aprire un dialogo e di prendere posizione riguardo a questo genocidio. Anche la recente apertura da parte del Senato Accademico alle richieste di cessazione degli accordi si è svolta del silenzio di una burocrazia che di politico ha poco: pretendiamo una solidarietà che sia comunitaria, consapevole e determinata.
Non ci poniamo in contrasto con l’amministrazione, ribadiamo tuttavia che non bastano le scelte prese chiuse nei nostri palazzi, vogliamo una presa di posizione chiara!
Per questo con la nostra azione chiediamo al Rettore uscente e a chi subentrerà al suo posto un incontro con la popolazione studentesca, che ci permetta un confronto sul massacro di Gaza e la costruzione sia una solidarietà accademica. Chiediamo che l’università condanni l’operato genocida di Israele e dei suoi complici, e che ne prenda le distanze a livello amministrativo e politico: la nostra azione si pone in continuità con un clima teso, esasperato da una crisi umanitaria ingiustificabile e criminale, davanti alla quale le nostre istituzioni, che siano politiche, accademiche o sociali, non possono più fare finta di niente.

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