All eyes on Palestine! – Oggi la provocazione della destra israeliana con la “Marcia delle Bandiere”

Per la prima volta dopo dodici anni, e alla quarta elezione politica in poco più di un anno, Israele ha un nuovo Primo Ministro. Naftali Bennett, leader del partito Nuova Destra (HaYamin), ex militare israeliano e Ministro della Difesa dal 2019, da domenica guida il Governo che già oggi avrà modo di testare la propria forza.
Non è stata annullata la Marcia delle Bandiere prevista per questo pomeriggio della destra israeliana all’interno di Gerusalemme Est e della città vecchia; una camminata provocatoria dei coloni che sventolano le bandiere di Israele e urlano slogan anti-arabi, accompagnati dai soldati israeliani.

La marcia, riprogrammata dopo che l’evento originale del 10 maggio è stato annullato dal lancio di razzi di Hamas a Gerusalemme, dovrebbe essere il primo grande test affrontato dal nuovo governo israeliano.
Il 10 maggio scorso infatti, giorno in cui Israele celebra l’occupazione di Gerusalemme Est nel 1967, le già crescenti tensioni per gli sgomberi delle case a Sheikh Jarrah e gli scontri all’interno dei luoghi di culto tra le forze israeliane e i musulmani palestinesi, hanno dato poi il via a un’escalation di violenze e a 11 giorni di intensi bombardamenti sulla Striscia di Gaza. Sono circa 250 le persone che hanno perso la vita a Gaza. Sessantacinque di loro erano dei bambini.

Sventolare bandiere per affermare il controllo di Israele su di Gerusalemme è una provocazione compiuta mentre nei quartieri palestinesi di Sheikh Jarrah e Silwan decine di famiglie svolgono attività sociali per strada con bambini, cene collettive, assemblee e incontri formativi per estendere la rete di solidarietà non solo intorno alla resistenza per le proprie abitazioni contro lo sfratto, ma anche per allargare il consenso intorno a un movimento  popolare palestinese che tenta di far pressione internazionale ricercando un sostegno pari a quello della lotta del movimento Black Lives Matter per i diritti civili negli USA o della lotta anti-apartheid in Sudafrica.
[per seguire le iniziative delle attiviste e degli attivisti di Sheikh Jarrah seguite la pagina Facebook Sheikh Jarrah units / وحدات حي الشيخ جراح]

La strategia di Israele non sembra voler creare discontinuità dal governo precedente, infatti rimane prettamente una strategia bellica: i comandi militari israeliani hanno ordinato di rafforzare la potenza dell’Iron Dome, il sistema antimissile, in modo da contrastare eventuali lanci di razzi da Gaza in reazione al corteo a Gerusalemme Est, e sono stati schierati 3.800 soldati israeliani in tutta la città.

“La situazione nella sfera palestinese è instabile e siamo preparati per una nuova esplosione di combattimenti”, ha detto lunedì il Capo di Stato Maggiore dell’IDF Aviv Kohavi.
L’ambasciata americana a Gerusalemme intanto, ha emanato un bando per i propri dipendenti dichiarando che “è vietato entrare nella Città Vecchia di Gerusalemme martedì 15 giugno. […] Poiché gli incidenti di sicurezza spesso si verificano senza preavviso, i cittadini statunitensi sono fortemente incoraggiati a rimanere vigili e ad adottare le misure appropriate per aumentare la loro consapevolezza sulla sicurezza”.
Insomma, mentre i palestinesi che vivono nei Territori Occupati tentano di costruire una resistenza popolare contro il regime di apartheid israeliano, contro gli arresti dei leader politici e contro le uccisioni dei civili nei check point, e mentre a Gaza la popolazione sta ricostruendo le proprie case e Hamas festeggia sulle macerie e sulla distruzione a scopo propagandistico, il governo di Israele permette e protegge le continue provocazioni da parte di coloni e estremisti religiosi, utilizzando la forza militare nella totale incapacità di adottare strategie differenti a causa di continue instabilità politiche, dove l’utilizzo della violenza è l’unico modo per tenere unite i diversi protagonismi interni alla Knesset.
Il nazionalismo religioso si fa spazio a discapito della lotta popolare, soffocata anche dai media internazionali.

* foto in copertina da Gaza Freestyle

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