Fosse comuni, cadaveri trafugati e esecuzioni sommarie. Le atrocità israeliane negli ospedali Nasser e Al Shifa

Continuano ad emergere notizie inquietanti sulle fosse comuni rinvenute a Gaza nei pressi degli ospedali Nasser e Al Shifa, dove 345 cadaveri sono stati riesumati da due fosse comuni.
Entrambi i complessi ospedalieri sono stati attaccati dall’esercito israeliano e tenuti isolati e sotto assedio per settimane, senza la possibilità per nessuno di sapere quali crimini venivano commessi sulla popolazione civile sfollata, sul personale medico e sulle persone che risultavano ricoverate.
Come se fosse normale, i due ospedali sono stati completamente distrutti con l’utilizzo di tank, droni e aerei militari, esercito via terra e un ingente armamentario bellico.
Dopo degli assedi durati intere settimane, l’esercito israeliano si è ritirato e la protezione civile ha potuto raggiungere i complessi ospedalieri, trovandosi di fronte all’orrore: all’interno degli ospedali, entrambi dati alle fiamme, sangue e resti di esecuzioni sommarie.
Intorno, ancora oggi si scava per riesumare i cadaveri di persone che sono state sepolte dai mezzi militari israeliani; non si sa se sono state sotterrare che erano ancora vive o se si tratta di persone giustiziate e sotterrate morte.

Diverse vittime palestinesi – compresi anziani, donne e bambini-  sono state ritrovate nude e presentano le mani e i piedi legati. Alcune di loro sono state decapitate. La seconda fossa comune è stata scoperta sabato 20 aprile all’ospedale Nasser, nel sud a Khan Younis, e sono stati trovati corpi in camice medico e ammanettati.
Raed Saqr, portavoce della Protezione civile di Khan Younis, ha dichiarato che è in corso anche la ricerca di corpi di altre 400 persone scomparse dopo il ritiro dell’esercito israeliano dall’area il 7 aprile.
Diverse persone infatti, avevano seppellito i corpi dei membri della famiglia che erano stati uccisi nel cortile dell’ospedale a gennaio come misura temporanea; quando sono tornati dopo il ritiro israeliano hanno scoperto che i corpi erano stati riesumati, e di loro non vi è nessuna traccia.
Inoltre, centinaia di persone sono state viste essere portate via su mezzi e camion, ammanettate e bendate; non è possibile parlare di un arresto perché non si conosce né il numero di persone rapite, né le accuse a loro carico né tantomeno dove sono state deportate.

Circa 200 giorni dopo l’inizio del genocidio a Gaza, più di 34.000 palestinesi sono stati uccisi, tra cui 14.685 bambini e 9.670 donne. Altri 77.084 sono rimasti feriti e si ritiene che oltre 7.000 siano ancora sotto le macerie.
Nel resto della Palestina, l’esercito e i coloni sionisti continuano ad assaltare, aggredire, uccidere e rapire persone palestinesi con la copertura di ministri di governo di destra come l’ultra ortodosso Ben Gvir, un colono dal grilletto facile oggi al potere.
Mentre l’interesse internazionale rischia di spostarsi lontano dalle violenze e dai crimini di guerra in atto in Palestina, israele rafforza la stretta intorno al diritto di esistere dei palestinesi, implementando le strategie per spezzare un popolo con un governo senza spina dorsale e privo di alleati internazionali credibili.

 

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