Hunger Games Gaza

La mattina del 26 dicembre, l’esercito israeliano ha affermato di aver arrestato a Ramallah una delle leader della sinistra palestinese, Khalida Jarrar, insieme ad altri membri del suo partito.
Khalida, 60 anni, è una figura di spicco del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), partito politico della sinistra palestinese considerato un gruppo “terrorista” da israele, USA e UE.
Abbiamo infatti denunciato il trattamento che è stato riservato in Francia anche ad un’altra storica politica della sinistra palestinese, Mariam Abu Daqqa, che a 73 anni è stata arrestata, detenuta senza processo e deportata in Egitto dalla polizia francese.
Jarrar è stata eletta nel 2006 all’assemblea palestinese come rappresentante del FPLP. Ha fatto pressioni per il rilascio di migliaia di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, ed è l’ennesima leader della sinistra progressista e laica palestinese che ritorna in carcere, lontana dalla scena politica e della situazione infuocata che si vive nei Territori Occupati e, con più cieca e devastante violenza, a Gaza.

#FREEKhalidaJarrar

Nella notte di Natale, a Gaza (in Palestina) sono state uccise dall’esercito israeliano circa 241 persone, che si aggiungono alle 20.915 persone ammazzate dagli attacchi israeliani su Gaza dal 7 ottobre.
Le persone nel centro di Gaza hanno descritto una notte di bombardamenti e attacchi aerei che hanno scosso i campi profughi di Nuseirat, Al Maghazi e Bureij , che sono affollati di persone fuggite dal Nord in cerca di sicurezza. Sono state indirizzate, infatti, dall’esercito israeliano che, a inizio dicembre, ha diffuso -tramite volantini lanciati dagli aerei – un volantino con qr code utilizzabili per conoscere le zone di bombardamenti: accedendo al link, infatti, si presenta la mappa di Gaza divisa in blocchi che hanno colori, codici e numeri diversi per segnalare la pericolosità dell’area-blocco. Come una sorta di Hunger Game, la popolazione civile si sposta da un punto all’altro, e già si raccolgono prove di violazioni di zone ritenute sicure..
La Mezzaluna Rossa Palestinese ha anche denunciato di aver subito un attacco militare nella loro sede a Khan Younis, dove alcune persone sfollate sono rimaste ferite da colpi di artiglieria e bombardamenti.

La sete di sangue della Knesset israeliana si è riversata completamente sulla giovane popolazione civile di Gaza, e da 81 giorni il mondo assiste impotente e/o complice a questo massacro pre-annunciato, e soprattutto iper-documentato. Lentamente qualcuno si abitua alle immagini di terrore registrate dentro Gaza, mentre qualche filo-sionista si ostina ancora a chiedere se condanniamo Hamas e “…però il 7 ottobre sono morti giovani, donne e bambini…”.
Quasi ventunomila persone recluse dentro il campo di concentramento di Gaza sono morte in 81 giorni di carestia controllata, distruzione quasi totale delle infrastrutture e edifici residenziali, occupazione di alcune aree in cui gli uomini vengono deportati in zone sconosciute e diverse persone, tra cui bambini, sono state colpite da proiettili di cecchini israeliani nascosti. Ma soprattutto il continuo e incessante lancio di bombe sulla popolazione bloccata in aree territoriali di pochi km quadrati, con l’utilizzo di una nuova piattaforma di intelligenza artificiale a cui hanno dato il nome di Gospel.
Gospel è stato definito dal Guardian (una fonte che non avremmo citato se non per far comprendere quanto è ampia la conoscenza di ciò che sta succedendo a Gaza) “una fabbrica di assassinii di massa” che punta “sulla quantità e non sulla qualità”.

Comunque, all’esercito israeliano non sta filando tutto liscio.
Nonostante le migliori tecnologie militari, l’utilizzo di mercenari (non quelli con la doppia cittadinanza, gli altri)  da tutto il mondo pagati a peso d’oro, la distruzione di intere aree per spianare il passaggio dei mezzi, l’esercito israeliano ha dichiarato che 160 soldati sono stati uccisi a Gaza dal 20 ottobre, giorno di inizio delle operazioni di terra. Probabilmente, sono  molti di più.
A scontrarsi via terra contro l’esercito occupante, secondo i video diffusi in diversi canali Telegram e anche qualche media internazionale, non ci sono soldati in divisa della fazione palestinese, anzi. Ci sono uomini che corrono tra le macerie e la distruzione a piedi nudi, in magliette a maniche corte, nessun casco a protezione della testa, solo un’arma , la preghiera e la forza della convinzione che supera la paura.

Fuori dai territori palestinesi occupati, gli Houthi dello Yemen, allineati de facto con l’Iran , hanno intensificato gli attacchi alle navi nel Mar Rosso per protestare contro la guerra di israele a Gaza. Con l’utilizzo di droni e di veri e propri pirati del mare, gli Houthi stanno incidendo negativamente in maniera notevole sul commercio via nave di israele e i suoi alleati, costringendo i mercantili a circumnavigare l’Africa per raggiungere l’Europa.
Se da una parte – a livello internazionale – ci sono danni economici, dall’altra parte israele contrattacca in un territorio in cui è già solito provocare: lunedì mattina a Damasco, infatti, un drone israeliano ha ucciso un generale iraniano di alto rango, tale Sayyes Razi Mousavi.
Anche al confine sud con il Libano, israele continua con i raid, provocando gli hezbollah e minacciando continuamente l’allargamento della guerra oltre i confini di Palestina.

Sono ormai 81 giorni in cui milioni di persone in tutto il mondo chiedono il cessate il fuoco immediato sulla popolazione di Gaza e la fine del regime di apartheid in Palestina
Sono 81 giorni che è in corso un genocidio a Gaza.

Nassi LaRage
Gaza FREEstyle

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