Blitz contro Gazprom, si apre il processo ai danni di attivistə ecologistə

Quattro attivistə ecologistə a processo il 23 gennaio per danneggiamento e manifestazione non autorizzata.

Avevano fatto molto discutere le perquisizioni eseguite dai Carabinieri su mandato della Procura di Milano nel maggio di due anni fa ai danni di alcuni attivisti e attiviste per la giustizia climatica. Le perquisizioni avevano riguardato 9 persone indagate per episodi diversi. Quelle che avevano fatto maggior scalpore mediatico erano state quelle relative a un’azione di sanzionamento del marzo dello stesso anno nei confronti di Centrex, società trader di energia controllata dal colosso russo Gazprom.

All’epoca dei fatti, come MilanoInMovimento avevamo scritto:

‘Uno spiegamento di forze del genere coordinato nientemeno che da Alberto Nobili del Dipartimento Antiterrorismo farebbe pensare a reati di gravità inaudita legati al terrorismo. Niente di tutto questo. Le perquisizioni sono scattate per il risibile reato di deturpamento e imbrattamento… Siamo ormai in piena distopia con la repressione che colpisce episodi di conflittualità ai quali sarebbe difficile dare una connotazione criminale o di grave turbamento dell’ordine pubblico. Come ha commentato amaramente un decano della cronaca giudiziaria milanese come Frank Cimini: “La repressione senza sovversione…un segno dei tempi”. Milano deve a tutti i costi essere e rimanere una città pacificata terreno appetibile per gli appetiti economici più svariati’.

La distanza siderale tra la durezza dell’operazione repressiva (con tanto di analisi dei cellulari da parte del Nucleo Informativo dell’Arma dei Carabinieri) e le tenuità e risibilità delle condotte contestate aveva scatenato una levata di scudi di solidarietà trasversale che andava da Fridays For Future ai Giovani Democratici passando per Legambiente e Greenpeace per finire con Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana e i Verdi.

Tornando all’epoca dei fatti, per evidenziare l’ipocrisia dominante in Occidente sulla vicenda della guerra in Ucraina scrivevamo:

‘…è facile riempirsi la bocca di solidarietà con gli ucraini contro gli invasori russi, ma poi, al dunque, quando si toccano i colossi che fanno affari (tutti gestiti da oligarchi che, come scrivevamo qualche settimana fa, non vivono solo in Russia, ma anche qui da noi in Occidente) la repressione scatta immediatamente. Insomma, chi tocca i profitti, che essi siano nella fiorente fornitura di armi a Kiev o nel mai cessato commercio di materie prime con Mosca, la deve pagare. Pecunia non olet dicevano i classici… Altri episodi sono invece legati ad alcuni cortei studenteschi di questi mesi’.

In questi due anni la stretta repressiva nei confronti di chi lotta per la giustizia climatica si è indurita. Ne sono testimonianza le decine di procedimenti in giro per tutta l’Italia contro attiviste e attivisti di Ultima Generazione, ultimo dei quali si è parlato recentissimamente quello che vede tre persone imputate per aver gettato della vernice sulla statua di Maurizio Cattelan che rappresenta un dito medio posta in Piazza Affari per cui il Comune di Milano non ha avuto niente di meglio da fare che costituirsi parte civile. In aggiunta a ciò siamo ormai nell’anno secondo dell’Era Meloni e la destra di governo, “tutta legge e ordine…ma solo per gli altri” ha appena approvato un inasprimento delle pene per quelli che, la propaganda di destra definisce ecovandali. Insomma, di fronte al disastro climatico, coloro che lo provocano rimangono impuniti e anzi, vengono incoraggiati a continuare ad inquinare, coloro che lottano contro il collasso ambientale vengono invece puniti.

In questo periodo continuano tra l’altro altri processi nei confronti dei movimenti sociali tra i quali, solo per citarne alcuni: quello per il sanzionamento al Corriere della Sera al tempo del massacro di manifestanti perpetrato al confine tra Gaza e Israele dall’esercito israeliano durante le Marce del Ritorno del 2018-2019 che provocò più di 200 morti e quasi 10.000 feriti, quello per una delle tante scritte apparse in città contro il Presidente della Regione Fontana per la sua pessima gestione della pandemia, quello per le cariche sotto la Regione Lombardia durante un presidio di protesta contro la malagestione dell’emergenza Covid nel giugno 2021 e quello per le cariche contro la carovana NoBorder dell’estate 2016.

Continueremo ad aggiornarvi sull’andamento del processo esprimendo la nostra solidarietà agli imputati e imputate.

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