Abbandono-occupazione-sgombero-riqualificazione… – Piccola storia di un cliché milanese
Via Santa Croce, Piazza Ferravilla, Via Canzio, Via Terraggio, Via Larga…
Nomi di vie direte voi…
Certo.
Nomi di vie in cui si trovavano spazi di proprietà pubblica lasciati all’abbandono.
Spazi lasciati all’abbandono da anni e occupati da collettività che hanno cercato di restituirgli vita.
Spazi lasciati all’abbandono per anni che, una volta occupati, hanno prodotto un curioso ed ancora poco studiato fenomeno scientifico che potremmo definire “il risveglio dei proprietari” (nei casi sopracitati sempre e solo soggetti pubblici).
Sì, perché dopo spazi temporali più o meno lunghi (spesso così lunghi da coprire intere decadi) di sonnacchioso letargo, le proprietà si rendono conto dell’urgenza di mettere a valore e recuperare gli immobili solo e unicamente DOPO che questi sono stati occupati!
Potenza e magia della pratica dell’occupazione!
Certo…magari sugli stabili abbandonati al degrado c’è già qualche progetto che però, fino all’atto dell’occupazione rimane a languire bello paciarotto in qualche cassetto.
Nel momento in cui qualche flessibile o piede di porco apre la porta dello spazio vuoto…taaac! Illuminazione! Risveglio immediato, comunicati stampa, dichiarazioni al vetriolo e progetti che in men che non si dica diventano operativi!
A questo punto sorge spontanea una proposta.
Perché invece che denunce e processi non dare alle varie collettività occupanti l’Ambrogino d’oro con il ruolo di “pungolo implacabile e instancabile” verso gli enti pubblici nel mettere a valore le loro proprietà dimenticate…!?
Ma facciamo un breve excursus nella storia degli ultimi anni.
Via Santa Croce
Il caso più famoso salito alla ribalta delle cronache è quello di ZAM in Via Santa Croce, in pieno centro, a due passi (non in senso figurato!) dalla Basilica di Sant’Eustorgio.
L’ex-scuola media Giulio Cesare, di proprietà comunale e abbandonata dal 2006 viene occupata il 24 Maggio 2013 dopo lo sgombero di ZAM da Via Olgiati di 2 giorni prima.
Una parte dello stabile ha problemi strutturali e nonostante anni di battaglie del vicinato nessuno è mai intervenuto. Anche lo spaccio di sostanze e il degrado che caratterizzavano lo spazio non avevano mai destato eccessive preoccupazioni.
L’occupazione paradossalmente (mica tanto però…) rimette tutto in moto.
Lo stabile viene messo a bando nell’Estate 2014 e con la ragione dell’incombente rischio di crollo viene sgomberato a fine Luglio dello stesso anno.
Il bando viene vinto da Emergency. E su questo uno non può che levarsi il cappello!
Emergency che si fa carico dai lavori di ristrutturazione e che inaugura la sua nuova sede il 15 Settembre 2017 con lo stesso Gino Strada che ringrazia i ragazzi di ZAM dal palco durante il suo intervento.
“Tutto molto interessante” come canterebbe Rovazzi. Ci sembra lecito segnalare un’unica nota dolente. Eccola!
Peccato che un posto che era vuoto e abbandonato ed era stato riempito di vita, progetti e socialità dagli occupanti abbia dovuto essere svuotato (calpestando tutto quello con cui era stato riempito) per essere poi ri-riempito da Emergency.
Piazza Ferravilla
Tipico esempio di come NON dovrebbe essere gestito il patrimonio immobiliare di edilizia residenziale.
Dopo anni e anni di abbandono le villette di proprietà ALER vengono occupate dal Collettivo Lambretta nell’Aprile 2012.
All’interno vengono trovati chili (anche in questo caso non in senso figurato) di siringhe come a dire che il ritorno dell’eroina non è solo un artificio retorico.
Il poche settimane le villette vengono ripulite e riqualificate.
L’ALER però inizia a premere per lo sgombero coadiuvata dall’allora assessore regionale Zambetti che invia accorate lettere per il ripristino della legalità, ma che nel frattempo finisce in galera per ‘ndrangheta (condannato a 13 anni e mezzo nel Febbraio 2017)…come a dire: “Alla faccia della legalità!”.
Lo sgombero però arriva puntualissimo a fine Ottobre 2012.
Le villette vengono nuovamente lasciate in stato di abbandono e quindi rioccupate nel Dicembre dello stesso anno.
Si va avanti fino all’Agosto 2014 con lo sgombero definitivo.
ALER riesce finalmente a vendere gli stabili.
E anche lì molto ci sarebbe da dire su stabili costruiti per il BENE PUBBLICO che vengono venduti ai privati per ripianare i buchi di bilancio…
Da poco sono iniziati i lavori di riqualifica delle villette.
Via Canzio
A seguito dell’incendio di metà Settembre 2016 che ha reso inagibile lo stabile di Via Cornalia il centro sociale Lambretta occupa lo stabile di Via Canzio 4.
Si tratta di un’ex-studentato di proprietà dell’Università Statale abbandonato da tempo e situato a pochissimi metri da Piazzale Loreto.
Nei primi giorni di occupazione tanti ex-studenti passano a dare un’occhiata all’occupazione.
Ricorrente è la frase: “Era vuoto da tanto…meno male che l’avete preso voi!”.
Il Rettore Vago passa subito all’offensiva e invia una lettera agli studenti dicendo che l’Università, nel 2015, ha avviato un progetto di riqualificazione dell’ex-studentato con lo scopo di adibirlo alla sua vecchia funzione di struttura atta ad ospitare studenti e ricercatori.
La mossa cerca di mettere studenti contro occupanti.
Il Lambretta non si scompone dichiarandosi disponibile a lasciare lo spazio quando i lavori saranno pronti ad iniziare.
Cosa che avviene puntualmente ai primi di Febbraio del 2017 quando i lavori iniziano realmente.
Via Terraggio
Quello del Nuovo Cinema Orchidea è solo il caso più recente della lista.
La famosissima sala d’essai milanese di proprietà del Comune di Milano chiude l’1 Luglio 2009 tant’è vero che i ragazzi di LUMe una volta aperto lo stabile troveranno all’ingresso un calendario posizionato proprio sul Luglio 2009.
Nel Novembre 2015 viene approvato il progetto di messa in sicurezza e restauro dell’immobile. I giornali riportano con una certa enfasi la notizia, ma…nulla sembra muoversi.
Nel Gennaio 2016 un articolo del Giorno parla di cantierizzazione per il 2017, ma fino al 18 Ottobre, giorno dell’occupazione, ancora nulla si era mosso.
L’ingresso degli universitari di LUMe all’interno dell’ex-Orchidea scatena puntuali reazioni.
Tra le tante c’è chi si chiede come mai quando si tratta di cultura le occupazioni sono sempre in centro…
Come dire che se si occupa in periferia (cosa che già avviene) va bene, ma il centro è offlimits!
Di fronte all’annuncio del Comune che gli aggiornamenti progettuali prima di affidare i lavori di ristrutturazione del cinema richiederanno non più di 30 giorni, il 25 Ottobre 2017, i ragazzi di LUMe, come segno di disponibilità, buona volontà e rilancio decidono di uscire dal posto che viene prontamente lamierato. Qualche giorno fa, gli attivisti di LUMe hanno liberato un nuovo spazio abbandonato di proprietà comunale sotto i Bastioni di Porta Venezia. Si tratta dellex-Magazzino del Verde Pubblico.
Staremo a vedere se le promesse fatte sull’ex-Orchidea diventeranno realtà.
Via Larga
La storia del Teatro Lirico è gloriosa quanto tormentata.
Vero e proprio bastione della cultura milanese chiude nel 1999.
Nel 2003 viene intitolato a Giorgio Gaber, ma le sue porte continuano a rimanere chiuse.
Già nel 2002, durante un corteo per uno sciopero generale, alcuni attivisti avevano appeso sulla facciata uno striscione per denunciarne lo stato d’abbandono.
In occasione della Prima della Scala del 2011 i lavoratori della cultura milanesi rilanciano la parola d’ordine “Riprendiamoci il Lirico!” terminando una manifestazione proprio davanti al teatro abbandonato.
Il 12 Maggio 2014, nel quadro delle mobilitazioni contro Invalsi, gli studenti aprono il Teatro Lirico scatenando le ire della classe politica milanese.
In risposta a un comunicato dell’Assessore Rozza (sempre piuttosto ostile a centri sociali e spazi sociali autogestiti) che parla di danni per 20.000 euro gli studenti rispondono con un documentatissimo comunicato che mostra le condizioni pietose in cui è stata trovata la struttura a seguito dell’ingresso degli occupanti.
A seguito della TAZ però, inaspettatamente, i lavori di ristrutturazione del Lirico ripartono con un certo slancio tanto che nel Settembre 2017 il teatro ospita un evento della Settimana della Moda anche se, da fonti giornalistiche, parrebbe che lo spazio dovrebbe essere inaugurato per la stagione 2018-2019 con un ritardo di alcuni mesi rispetto alla tabella di marcia.
Questi i casi che conosciamo meglio anche se ci sarebbero altre vicende simili sullo stabile di Ripa di Porta Ticinese (iniziati da poco i lavori), sulla Piscina Caimi, su Palazzo Citterio e probabilemente su altre strutture che ora dimentichiamo.
Da quest’analisi sembra emergere che lo stato di abbandono sia in qualche modo “preferito e preferibile” all’occupazione politica e che, solo dopo che questa avviene, i percorsi di recupero (più o meno condivisibili) scattano o ripartono.
Occupazioni quindi come strumento di efficienza e produttività?
Non sarebbe strano…essendo a Milano…
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