Palestina – Basta bombe sulla libertà di stampa! Basta bombe sui civili!
Mai come in questi giorni i giornalisti di Gaza hanno bisogno della solidarietà dei loro colleghi internazionali: sabato scorso è stato bombardato e raso al suolo l’edificio più rappresentativo della stampa, la torre sede di Al Jazeera, Associated Press e altri media internazionali.
I cacciabombardieri israeliani hanno eliminato il centro nevralgico dell’informazione dalla Striscia di Gaza, l’occhio obiettivo e professionale capace di fornire una narrazione completa e oggettiva su ciò che sta accadendo.
Oggi Israele ha scelto di censurare la libertà di stampa con le bombe.
La narrazione è schierata e quello che succede a Gaza, in West Bank, a Gerusalemme ed ai confini con la Giordania e la Siria viene raccontato in maniera parziale e superficiale, nonostante viviamo in un’epoca, in cui la copertura mediatica potrebbe potenzialmente essere capillare, precisa e in tempo reale.
Per trovare notizie degne di questo nome, oggi dobbiamo cercarle in arabo o in inglese: perché solo pochissimi giornalisti stanno traducendo e diffondendo queste informazioni in italiano?
E’ drammatico constatare come l’esigenza di verità sia sparita dagli imperativi delle testate giornalistiche più influenti d’Italia.
L’articolo 21 della nostra Costituzione stabilisce che “Esiste un interesse generale alla informazione e questo interesse implica, in un regime di libera democrazia, pluralità di fonti di informazione, libero accesso alle medesime, assenza di ingiustificati ostacoli legali, anche temporanei, alla circolazione delle notizie e delle idee”.
Questo non sta avvenendo.
In primo luogo nel Servizio pubblico radiotelevisivo nazionale (RAI) dove a raccontare cosa sta accadendo c’è solo un inviato: da Israele.
A Gaza, oltre a distruggere la Torre al-Jala, negando il diritto alla pluralità di fonti di informazione, ai giornalisti e fotografi internazionali non è permesso entrare.
Serve una enorme presa di responsabilità, soprattutto da parte di chi dovrebbe ricercare e diffondere la verità per professione.
La narrazione del reale non può scadere nella farsa:
La Costituzione e il codice deontologico dei giornalisti sanciscono che la professione si svolga senza autorizzazioni o censure.
Censurare la verità è bombardare.
Restiamo a guardare? O prendiamo parola?
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