I 5.000 in corteo per Gaza dicono no ai divieti!

Ci hanno detto di rimanere in presidio, ieri, in Piazza alla Scala. Dopo la notte a Gaza City, dopo le centinaia di bombe, i cecchini appostati per costringere i nostri compagni e le nostre compagne a lasciare l’ennesima “casa”, dopo due anni di spostamenti forzati e deportazioni. Quando siamo partit* in corteo per far sentire la nostra voce sotto la Prefettura, simbolo di questo Governo a Milano, ci intimavano di desistere. Ma per noi, più di cinquemila persone, fare passi indietro non è comprensibile davanti ad anni di assedio, apartheid, pulizia etnica, occupazione coloniale e adesso genocidio. Abbiamo dietro gli occhi ogni momento le immagini dei nostri fratelli e delle nostre sorelle smagrit*, abbiamo sul timpano le loro voci spezzate dalla fatica. Abbiamo tra le nostre fibre, soprattutto, la loro lotta instancabile, una resistenza che dura dal 1948. Di mollare non se ne parla.

Abbiamo cambiato direzione, tutto il corteo che corre verso Porta Venezia per bloccare la città. La celere in assetto antisommossa ha creduto di poter fermare una marea di persone. I giornali diranno le solite stupidaggini, parleranno degli scontri. Non della determinazione, dei cori fino ad esaurire la voce.

Vogliamo bloccare tutto per chiedere la cessazione di ogni rapporto – commerciale, politico, culturale, sportivo – con israele, il suo isolamento totale fino alla tregua definitiva, fino alla Palestina Libera. Abbiamo forzato il blocco e ci siamo pres* Corso Buenos Aires, cantando e urlando. Piazzale Loreto è un luogo strategico: è uno snodo fondamentale per l’infrastruttura stradale. Bloccando il traffico ci siamo poi radunat* sotto il monumento ai Martiri della Resistenza “Bella ciao”. Perché la resistenza è dalla parte dei popoli oppressi, si rinvigorisce nella loro lotta.

Da ieri, il conflitto può solo aumentare. Che lo sappiano lassù, da qualsiasi balcone decorato ci guardino. Non ci fermeremo. Verso il presidio sotto la prefettura di venerdì. Verso il rifacimento del nostro murales a Lambrate di sabato. Verso lo sciopero generale del 22 settembre e oltre. Palestina libera!

* Foto Gianfranco Candida

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