Sciopero del 22 settembre – Revocati i domiciliari per i minorenni arrestati. Rimangono i Daspo
Da ieri Mina ed Ettore non sono più agli arresti domiciliari. È una notizia bellissima, che ci fa tirare un enorme sospiro di sollievo. Rimangono però i Daspo urbani notificati qualche giorno fa a loro e alle due attiviste maggiorenni (in attesa di processo, che sarà a fine ottobre): vietato frequentare alcune zone del centro, in particolare gli esercizi commerciali che servono bevande e cibo, nonché attraversare la Stazione Centrale di Milano.
Quando la repressione dà tregua, bisogna comunque mantenere alta la concentrazione: l’obiettivo di questo governo e della Questura di Milano rimane prevenire ogni forma di cambiamento sociale, sottrarre all* giovani le possibilità di agire esprimendo la propria rabbia politica. Gli scioperi del 22 settembre e del 3 ottobre, nonché le numerose mobilitazioni territoriali e nazionali, dimostrano come la lotta al fianco della Palestina stia diventando una lotta contro il sistema politico-economico che rende possibile questo genocidio e ogni altra violenza su scala globale. Bloccando tutto chiediamo l’isolamento di israele, chiediamo l’interruzione di ogni complicità, dunque pretendiamo un svolta.
La pace voluta da Trump e siglata dal Governo Netanyahu e Hamas non è una pace, è uno strumento di guerra. Non lascia alcuno spazio all’autodeterminazione del popolo palestinese e anzi ratifica l’occupazione dell’entità sionista. Sebbene una tregua è in questo momento un’enorme conquista politica, sul lungo periodo non è fraintendibile: Trump e Netanyahu non vogliono la creazione di uno stato palestinese.
Bisogna continuare a mobilitarsi, rimanendo uniti in un fronte antifascista e antisionista.
* foto in copertina di Lorenzo Uboldi
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