Il re è nudo: l’Italia insorge contro il genocidio

Dal 22 settembre l’Italia sta vivendo uno stato di agitazione permanente: all’ultimo bivio con la fine della storia, le piazze si riprendono il protagonismo della scena politica nazionale. Centinaia di iniziative in tutta Italia, milioni di persone per le strade: il tappo è saltato, ma quello a cui stiamo assistendo è molto più di un movimento di solidarietà a Gaza.

Per due anni abbiamo assistito a una narrazione sul genocidio in Palestina che si muoveva principalmente su due canali: i social, che tramite alcuni media palestinesi mostravano l’orrore in diretta, e i media ufficiali, ormai completamente asserviti a gruppi di potere, che ospitavano principalmente persone intente a contestualizzare, pontificare, riflettere e a fare mille capogiri pur di esortare a non prendere una posizione di condanna netta nei confronti di Israele.

Nelle ultime settimane gli ingranaggi di questa grande macchina comunicativa si sono inceppati. Il re è nudo. L’orrore non poteva più essere nascosto, giustificato, contestualizzato. Dopo anni in cui siamo stati sottoposti alla tortura di assistere inermi a un genocidio supportato e sostenuto politicamente dal nostro governo, il popolo è sceso in piazza, screditando tutti.

Quello che è successo nelle piazze italiane dal 22 settembre in poi è molto più della solidarietà al popolo palestinese: è una sfiducia totale nel potere costituito, in tutte le sue forme, che con la propria complicità verso un genocidio ha dato il colpo di grazia a decenni di disaffezione politica e sfiducia nelle istituzioni. Il fatto che, nonostante ci sia un governo di estrema destra, il principale partito di opposizione non abbia avuto nessun ruolo nella nascita di questo movimento è emblematico di quanto l’esasperazione che ha spinto le persone a scendere in strada, a scontrarsi con la Polizia, a prendere posizione, sia insorgente e travalichi gli steccati della politica istituzionale ormai completamente screditata.

La macchina propagandistica dello status quo, in tutte le sue sfumature, ha provato ad affrontare il genocidio usando la stessa formula con cui per anni ci hanno propinato che non esiste un’alternativa possibile ai mali del capitalismo: la precarietà lavorativa, il cambiamento climatico, la necessità di riarmarsi, la superiorità morale dell’Occidente, le diseguaglianze. A ciascuno di questi attacchi eravamo bombardati da talk show in cui l’asticella delle posizioni assurde che diventavano legittime si abbassava sempre di più. Abbiamo assistito al pianto dei balneari che non trovano lavoratori da sfruttare, alla teorizzazione dell’estremismo umanitario, ai negazionismi climatici, ai fanatici del riarmo.

La frattura tra base e istituzioni è netta e, nel disorientamento generale in cui si fa fatica a descrivere la grandezza di quello che sta accadendo, stare nel posto giusto al momento giusto è l’imperativo per provare a cambiare una storia che sembrava già scritta e a cui una marea umana sta per dare un altro seguito. Per il popolo palestinese, ma anche per un altro mondo possibile.

Davide Salvadori

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Una risposta a “Il re è nudo: l’Italia insorge contro il genocidio”

  1. Souad ha detto:

    sono orgogliosa di l’italia e che faccio parte da questo paese,vorrei liberta a tutti, Palestina libera 🇵🇸

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